Un tocco di personalità in più in casa con le insegne a LED

Hai mai pensato alle insegne a LED per aggiungere un tocco di personalità e stile in casa?

Queste moderne soluzioni di illuminazione sono disponibili in un’ampia varietà di forme, dimensioni e colori, e possono essere personalizzate per adattarsi al tuo gusto e alle tue esigenze.

Se non le conosci ancora, o non avevi pensato ancora a questo tipo di soluzione, di seguito ti spiegheremo perché fai bene a pensarci su.

Vantaggi delle insegne a LED per casa

Le insegne a LED per casa offrono numerosi vantaggi per la decorazione di interni. Ecco alcuni dei principali:

  • Consumi energetici ridotti e maggiore efficienza: Le insegne a LED consumano meno energia rispetto ad altre forme di illuminazione, come ad esempio i classici neon con gas.
  • Lunga durata e bassa manutenzione: I neon LED hanno una durata molto più lunga rispetto ai sistemi di illuminazione lampadine tradizionali.
  • Ampia scelta di colori ed effetti luminosi: Le insegne a LED offrono una vasta gamma di colori e possibilità di regolazione dell’intensità della luce. Puoi scegliere tonalità calde per creare un’atmosfera accogliente o colori vivaci per un tocco di vivacità e originalità.
  • Possibilità di personalizzazione: Le insegne a LED possono essere personalizzate per adattarsi allo stile e all’atmosfera desiderati. Puoi optare per insegne con scritte, loghi, forme o design unici, esprimendo la tua personalità e il tuo stile.

Come sfruttare le insegne a LED in casa

Le insegne a LED si prestano a molteplici tipi di utilizzi anche in casa, che vanno oltre la semplice illuminazione. Ecco alcuni dei modi più interessanti in cui puoi sfruttare queste soluzioni luminose:

  • Crea un’atmosfera accogliente e rilassante: Le insegne a LED possono essere utilizzate per creare un’atmosfera piacevole e rilassante in diverse aree della casa come il soggiorno, la camera da letto o la cucina. Puoi regolare l’intensità luminosa e la tonalità del colore per adattarle al tuo umore e alle tue esigenze.
  • Segnalazione e indicazione di spazi specifici: Le insegne a LED possono fungere da segnalazioni luminose per indicare spazi specifici in casa come l’ingresso o le scale.
  • Semplice elemento decorativo: Le insegne a LED sono un elemento decorativo che può esprimere al meglio la tua personalità ed il tuo stile. Puoi scegliere insegne con citazioni, parole significative o design particolari per aggiungere un tocco di originalità alle pareti di casa.

Come scegliere le insegne a LED più adatte per casa

Non è facile scegliere un’ insegna a LED per casa, ma ci sono alcune considerazioni da tenere in mente per individuare più velocemente il modello perfetto.

Rifletti innanzitutto sullo stile e l’atmosfera che desideri creare in casa. Se preferisci un’atmosfera accogliente e rilassante, opta per insegne con colori caldi e tonalità morbide. Se invece vuoi un infondere un tocco di vivacità e originalità, scegli insegne con colori vivaci e design particolari.

Valuta anche le dimensioni dell’insegna in relazione allo spazio in cui desideri posizionarla, facendo in modo che l’insegna sia proporzionata all’area circostante e che non risulti né troppo grande né troppo piccola.

Assicurati inoltre che le specifiche tecniche come la durata ed efficienza energetica, soddisfino le tue aspettative.

Idee creative per sfruttare al meglio le insegne a LED in casa

Se le insegne LED per casa ti affascinano ma non sai quale scegliere, di seguito di forniamo alcuni spunti utili che potrebbero aiutarti nel trovare l’idea giusta.

  1. Insegne con citazioni motivazionali: Scegli un’ insegna a LED con una citazione motivazionale o ispiratrice da posizionare in camera da letto o nello studio. Sarà un ottimo modo per iniziare la giornata con un messaggio positivo.
  • Insegne personalizzate per la cucina: Personalizza la tua cucina con un’ insegna a LED che mostri la parola “Cucina”, il nome di una pietanza o un design culinario. Darà un tocco speciale all’ambiente e renderà la cucina ancora più accogliente.
  • Insegne luminose per l’area del bar: Crea un’atmosfera da bar a casa tua con insegne a LED che mostrino parole come “Bar” o “Cocktails”. Posizionale sopra la tua area bar per un tocco di originalità e stile.
  • Insegne personalizzate per bambini: Scegli insegne a LED con il nome dei tuoi bambini per decorare le loro camere. Puoi anche optare per disegni o personaggi che amano per rendere lo spazio ancora più speciale.
  • Insegne luminose per il giardino: Aggiungi un tocco di magia al tuo giardino con delle belle insegne a LED da esterno. Puoi usarle per creare un’atmosfera romantica o semplicemente per aggiungere un elemento visivo accattivante.

Queste sono solo alcune idee per utilizzare adeguatamente le insegne a LED in casa. Scegli il tipo di insegna che meglio si adatta alle tue esigenze, dai libero sfogo alla tua creatività e divertiti a creare un’atmosfera unica nell’ambiente domestico.

Le macchine da cucire più adoperate dalle sarte professioniste

Per chi lavora nel campo della sartoria, la scelta della macchina da cucire giusta è fondamentale per garantirsi qualità del lavoro ed efficienza nella produzione.

Ogni professionista del settore può aver bisogno di una macchina da cucire differente in base al tipo di lavoro che solitamente effettua, ai materiali con i quali lavora ogni giorno ma anche in relazione al tipo di richieste che la clientela abituale effettua.

Per questo motivo le macchine da cucire adoperate da sarte professioniste devono essere in grado di soddisfare determinati requisiti operativi per facilitare le operazioni di lavoro quotidiane.

Cosa cerca una sarta professionista in una macchina da cucire?

Un sarta professionista cerca in una macchina da cucire precise caratteristiche che la aiutino a lavorare in maniera più precisa risparmiando tempo: tra questi la precisione del punto, la velocità di cucito, la versatilità delle impostazioni, la semplicità d’uso e la capacità della macchina di riuscire a lavorare con diversi tipi di tessuti, anche quelli più particolari.

Inoltre, la presenza di caratteristiche come il braccio libero, il piedino regolabile e la regolazione della tensione del filo sono anche importanti per una professionista del settore.

Andiamo adesso a comprendere quali siano le macchine da cucire più adoperate dalle sarte professioniste e quali caratteristiche cercare per scegliere quella più adatta alle tue esigenze.

Macchine da cucire meccaniche

Certamente, le macchine da cucire meccaniche sono ancora molto diffuse tra le sarte professioniste. Questi dispositivi sono affidabili, facili da usare e hanno un prezzo accessibile. Tra le più conosciute ci sono le macchine da cucire Singer, Brother e Necchi.

Macchine da cucire elettroniche

Dato che le macchine da cucire elettroniche sono sempre più conosciute ed apprezzate, si tratta sicuramente di un’altra possibilità da considerare.

Queste macchine hanno una serie di funzioni particolari e comode come la regolazione della lunghezza del punto o la regolazione della tensione del filo. Sono sicuramente più veloci e consentono per questo di risparmiare tempo e riuscire a completare più rapidamente ogni lavoro.

Macchine da cucire per tessuti pesanti

Per chi lavora con tessuti pesanti come il denim o la tela, è importante scegliere una macchina da cucire che sia adatta a questo tipo di materiale.

Di solito le sarte professioniste che lavorano parecchio con tessuti di questo tipo preferiscono alcuni modelli di macchine da cucire industriali, probabilmente la soluzione ideale per questo tipo di lavoro.

Macchine da cucire per punti decorativi

Le sarte che desiderano fare spesso punti decorativi o ricercati, le macchine da cucire con funzioni di ricamo e quilting sono la scelta ideale. Si tratta di tecniche meno usuali (ad esempio il quilting è l’unione di tre differenti strati di stoffa mediante ago e filo) adoperate appunto dalle sarte professioniste per ottenere risultati più particolari.

Macchine da cucire per cucire i tessuti a maglia

Per chi lavora con articoli da maglieria, le macchine per cuciture a maglia sono un’ottima soluzione. Questi dispositivi sono progettati per creare cuciture perfette sui tessuti a maglia e hanno una serie di funzioni specifiche per la lavorazione di questo tipo di materiale.

Notoriamente infatti, il tessuto a maglia è più complicato da lavorare, ma questo tipo di macchina facilita notevolmente il lavoro delle sarte professioniste.

In breve


In generale, il tipo specifico di macchina da cucire utilizzata da una sarta professionista dipende dalle esigenze specifiche e dal tipo di lavoro che essa solitamente svolge.

Oggi esistono sul mercato dispositivi perfettamente in grado di rendere più veloce il lavoro di ogni professionista del cucito, a prescindere dal tipo di tessuti o lavori che solitamente si effettuano.

Certamente, scegliere bene è importante perché consente di ottimizzare il lavoro e aumentare la qualità della produzione.

Come riparare una vasca da bagno lesionata

Se hai notato delle perdite nella tua vasca da bagno non preoccuparti, la riparazione è spesso più semplice di quanto pensi.

Anche se potrebbe essere necessario chiamare un idraulico per risolvere il problema, ci sono alcune cose che puoi fare tu stesso per riparare la tua vasca da bagno.

Non importa se non hai dimestichezza con le riparazioni domestiche, di seguito ti mostreremo come procedere passo dopo passo.

Identificare la fonte delle perdite

La prima cosa da fare è individuare la fonte delle perdite. Se la vasca è leggermente bagnata o se c’è una piccola quantità di acqua sul pavimento, potrebbe trattarsi di una perdita nella guarnizione dello scarico o nel sifone.

Se invece il pavimento è completamente bagnato, potrebbe essere necessario il tubo di scarico, vedremo in seguito come fare.

Riparare la guarnizione dello scarico

Se la perdita è causata dalla guarnizione dello scarico, è possibile sostituirla da soli. Prima di iniziare, assicurati di avere a portata di mano una nuova guarnizione, un cacciavite a croce e una chiave inglese.

Inizia svitando la placca di scarico con il cacciavite a croce e rimuovendo il tappo di scarico. Quindi, rimuovi la guarnizione danneggiata e sostituiscila con quella nuova. Dopodiché, rimonta tutto e verifica che non ci siano perdite.

Riparare il sifone

Se il problema è il sifone, è necessario rimuoverlo per poterlo riparare. Anche qui, assicurati di avere a portata di mano una nuova guarnizione, una chiave inglese e un cacciavite a croce.

Comincia svitando il tappo di scarico con il cacciavite a croce e rimuovi il sifone dal tubo di scarico. Quindi, sostituisci la guarnizione danneggiata con quella nuova e rimonta il sifone. Ricorda di utilizzare una guarnizione nuova per assicurarti di avere una perfetta tenuta.

Riparare il rubinetto

Se il problema è il rubinetto, dovrai rimuoverlo per poterlo riparare. Trova il punto di connessione del rubinetto alla vasca da bagno. In genere, questo si trova sotto il lavandino o dietro il muro. Se il rubinetto è dotato di una manopola, rimuovi la manopola ed il tappo che copre l’accesso al meccanismo di chiusura.

Usa una chiave a tubo o una pinza per rimuovere il dado che tiene il rubinetto in posizione. Togli il rubinetto dalla vasca da bagno e controllane il difetto.

Se il problema è una guarnizione o un componente difettoso, sostituiscili con dei pezzi di ricambio. Se il problema è un meccanismo di chiusura difettoso, sostituiscilo direttamente con un nuovo meccanismo.

Rimonta il rubinetto nella vasca da bagno, assicurandoti che sia saldamente fissato e che le guarnizioni siano posizionate correttamente.

A questo punto apri il rubinetto della vasca da bagno per verificare che la riparazione sia stata eseguita correttamente.

Riparare il tubo di scarico

Se il problema è il tubo di scarico, anche in questo caso dovrai rimuoverlo per poter procedere con la riparazione.

Inizia svitando il tappo di scarico con il cacciavite a croce e rimuovi il tubo di scarico dal sifone. Quindi, sostituisci la guarnizione danneggiata con quella nuova e rimonta il tubo di scarico.

Verifica che non ci siano perdite e che il tubo di scarico funzioni correttamente.

Sostituire la vasca con una doccia

Se la tua vasca da bagno è gravemente danneggiata o se hai notato ripetuti problemi di perdite, che magari interessano anche l’appartamento al piano di sotto, potrebbe essere il momento di valutare la possibilità di sostituirla con una doccia.

Oltre a risolvere il problema delle perdite, la sostituzione vasca con doccia può avere molti altri vantaggi.

Ad esempio, una doccia richiede meno spazio e può essere più facile da utilizzare, soprattutto per le persone anziane o con mobilità ridotta.

Inoltre, una doccia consuma meno acqua rispetto ad una vasca, il che può comportare un risparmio sulla bolletta dell’acqua.

Chiamare un idraulico

Se hai provato a riparare la vasca da bagno ma le perdite persistono, potrebbe essere necessario chiamare direttamente un idraulico professionista.

È meglio infatti non tentare di riparare la vasca da bagno da solo se non sei sicuro di quello che stai facendo, poiché ciò potrebbe peggiorare la situazione o causare ulteriori danni.

Un idraulico invece sarà in grado di individuare e risolvere il problema in modo rapido ed efficiente.

La necessità di trattare l’aria compressa

L’aria compressa è oggi utilizzata in tantissimi ambiti e principalmente in quelli industriali e cantieristici. Essa è infatti indispensabile per far funzionare diversi macchinari e dispositivi indispensabili per il lavoro di tutti i giorni, velocizzandolo e rendendolo molto più semplice.

Per questo motivo oggi è impensabile il fare a meno dell’aria compressa in cantiere, ma bisogna adottare tutte le soluzioni in modo che questa possa essere il più possibile pulita ed in linea con le necessità operative.

L’aria compressa non trattata può essere infatti un problema perché può andare a rovinare i macchinari rendendo successivamente necessario un intervento di riparazione che può avere costi non indifferenti, sia per quel che riguarda la sostituzione dei pezzi che la manodopera, ma non solo.

Il fermo dei macchinari può comportare infatti notevoli perdite a livello economico per la mancata produzione, per questo tale eventualità è assolutamente da evitare.

Dunque appare evidente la necessità di trattare l’aria compressa eliminando ogni tipo di agente esterno in grado di contaminarla, a tutto vantaggio non soltanto delle attività di produzione ma indirettamente anche del prodotto finale.

L’importanza della filtrazione dell’aria compressa

Vi sono a tale scopo alcuni specifici Ricambi Atlas Copco che consentono di filtrare ad esempio polvere, acqua e olio dall’aria compressa. I filtri a disposizione sono molteplici ed in grado di soddisfare esigenze specifiche differenti, tutte con il fine di filtrare l’aria compressa e proteggere macchinari e dispositivi di ogni tipo.

Al fine di offrire il massimo delle prestazioni e garantire affidabilità assoluta, tali filtri vengono sottoposti periodicamente ad una serie di test interni ed esterni da parte di società indipendenti che hanno lo scopo di certificare la qualità di macchinari e attrezzature.

Ciò consente di mantenere sempre alta la qualità dei prodotti di filtrazione, il che è una garanzia assoluta per ogni cliente, e si traduce in migliori prestazioni dei macchinari, così come maggiore durata e affidabilità degli stessi.

Parliamo dunque di filtri di nuova generazione dalle prestazioni elevate, il massimo sia dal punto di vista dell’efficienza che della resistenza e durata nel tempo, perfetti per preservare i macchinari e consentire loro di poter lavorare sempre in sicurezza e con il massimo della produttività.

Le varie tecnologie di filtrazione

Esistono diverse tipologie di filtrazione dell’aria compressa, in base al tipo di utilizzo che se ne intende fare. Ogni filtro ha caratteristiche differenti ed è in grado di risolvere esigenze specifiche, come segue:

  • Particelle umide: gli elementi avvolti sono noti per la loro grande durata in ambienti umidi ed in genere contaminati da olio. I diversi strati che avvolgono il filtro consentono di offrire una qualità dell’aria costante, anche in situazioni più gravose.
  • Particelle solide: la pieghettatura è un’ottima tecnologia per catturare il particolato nell’aria compressa e renderla asciutta. Gli elementi pieghettati hanno un superficie ampia e sono per questo in grado di gar antire la filtrazione dell’aria più a lungo.
  • Vapori d’olio: il carbone attivo ha una superficie più grande rispetto i classici elementi filtranti a carbone, e ciò conferisce loro una capacità di assorbimento superiore e prestazioni costanti per un arco di tempo certamente più lungo.
  • Acqua: l’uso della forza centrifuga assicura una corretta separazione delle gocce d’acqua liquida nel flusso d’aria compressa, il che è ottimo per avere la certezza di lavorare con aria più “pulita”.

Dunque le soluzioni per trattare l’aria compressa e filtrarla in base alle proprie necessità sono molteplici, e tutte in grado di rappresentare un valore sia per quel che riguarda il preservare l’integrità dei macchinari da lavoro che per quanto concerne il prodotto finale stesso.

Come funzionano i Codici Sconto Shein?

Su Sconti e Buoni trovi sempre nuovi Codici Sconto Shein da applicare al carrello al momento del check out. Usare un codice sconto è veramente semplice e basta cliccare su AGGIUNGI IN CARRELLO per applicarlo al processo di acquisto. Ricordiamo che non si può usare un codice sconto SHEIN senza avere un account e per questo è fondamentale registrarsi sul sito ed effettuare il login per l’acquisto.

Lo spazio per inserire il Codice Coupon Shein apparirà nella parte destra e il software calcolerà in automatico l’ammontare dello sconto, che apparirà in rosso. Se il codice sconto Shein inserito è valido apparirà la scritta “Coupon applicato con successo” e per completare l’acquisto sarà sufficiente fare click su Ordina.

Oltre alla data di scadenza del codice sconto, l’unico limite è dato dal fatto che si può applicare un solo codice sconto per ogni carrello. Inoltre, alcuni codici Shein sono specifici per il primo acquisto o per acquisti che superano un dato importo.

Cosa si può acquistare su Shein

Shein è il sito di abbigliamento femminile e per adolescenti che offre capi trendy a prezzi irresistibili, compresi capi per bambini, abbigliamento per il mare e moda curvy. Non mancano gli accessori, perfetti per fare un regalo originale a qualcuno. Un’altra idea regalo è la e-carta regalo Shein, da caricare con un determinato importo per rendere felice chi si ama.

Acquistare sul sito Shein significa portare a casa capi di tendenza e di alta qualità e anche il servizio di assistenza, spedizione e consegna della merce è ritenuto impeccabile. Tutti i prodotti proposti sul sito comprendono le ultime tendenze della moda e sono venduti a prezzi democratici oltre ad essere spediti e consegnati in tempo record. Il motto dell’azienda è che “tutti devono essere in grado di apprezzare la bellezza della moda”.

Oggi Shein è un brand conosciuto in 220 Paesi del mondo e conta su una struttura organizzativa efficiente, mentre ogni articolo nasce dall’idea del brand, che viene messa su carta e realizzata per poi passare diversi controlli di qualità sulle materie prime e sul prodotto finito. Un risultato che viene poi proposto ai clienti di tutto il mondo sull’ecommerce e che si può acquistare risparmiando grazie ai codici sconto Shein.

Acquistare online è divertente, comodo e semplice e usare i codici sconto Shein che trovi su Sconti e Buoni ti permette sempre di accedere alle migliori offerte di questo e-shop conosciuto in tutto il mondo.

Distributore d’acqua per ufficio IWM | Qualità e convenienza

Offrire a tutti i dipendenti la possibilità di poter bere liberamente durante l’orario di lavoro, è un gesto che mostra vicinanza da parte dell’azienda e voglia di offrire ai lavoratori tutte le soluzioni in grado di determinare un certo livello di benessere all’interno dell’ambiente di lavoro. Se fino a ieri si utilizzava la classica acqua dei boccioni per consentire a tutti di potersi dissetare, oggi si preferisce individuare soluzioni più pratiche e che consentano di usufruire di costi di gestione più bassi, con particolare riferimento al prezzo al litro proposto, e certamente una maggiore facilità di accesso all’acqua considerando che i boccioni sono pensanti ed ingombranti. L’alternativa efficace e conveniente è oggi rappresentata dal distributore d’acqua per ufficio IWM, che offre ai dipendenti la possibilità di poter bere liberamente scegliendo tra acqua liscia, gasata, fredda o calda a proprio piacimento, con del ghiaccio se lo si preferisce.

Il vantaggio per le aziende nell’utilizzare questo impianto di ultima generazione risiede sicuramente nella comodità di accesso all’acqua rispetto i pesanti ed ingombranti boccioni, ma anche costi di approvvigionamento più bassi considerando che i dispenser IWM prelevano direttamente l’acqua della rete, la quale ha notoriamente un costo più basso. Questa viene filtrata e trattata così da eliminare ogni tipo di impurità, e consentire a tutti di bere un’acqua perfettamente bilanciata e personalizzata in base ai propri gusti. Parliamo dunque di un impianto in grado di coniugare convenienza, qualità e facilità di utilizzo, ragion per cui è oggi sempre più adottato all’interno di uffici e aziende di ogni tipo. I gestori dell’area in cui l’impianto viene collocato non dovranno farsi carico di alcuna opera di manutenzione perché saranno gli stessi tecnici IWM ad apportare gli interventi di controllo necessari nel corso dell’anno, così da garantire sempre la massima efficienza dell’impianto.

Hotellerie, anche la camera per i disabili può essere di design (e vendibile a tutti)

Si parla sempre più di turismo accessibile e, con questa definizione, si intende la possibilità per tutti di concedersi una vacanza, alle migliori condizioni. Quando si affronta l’argomento, si pensa a disabilità permanenti ma, più in generale, la parola accessibilità comprende anche disabilità temporanee che potrebbero coinvolgere ognuno di noi: una gamba ingessata, ad esempio – ma pure persone anziane o mamme con bambini che quindi necessitano di servizi ad hoc. Fatte queste premesse, appare evidente che sono gli alberghi i luoghi di vacanza in cui maggiormente si devono mettere in pratica tutte quelle misure che rendono la struttura e le camere pienamente accessibili.

Cosa dice la legge

In Italia, la legge che regolamenta l’accessibilità dei locali che offrono servizi al pubblico risale all’ormai lontano 1989 ed è quindi datata.  Si tratta della legge n. 13 del 1989 che, entrando nel merito, fa riferimento al Decreto Ministeriale 236 dello stesso anno. La norma ha sostanzialmente introdotto tre principi: l’accessibilità, la visitabilità e l’adattabilità. In particolare, è importante capire cosa si indende, legalmente, anche per accessibilità: si tratta della condizione in cui l’immobile è totalmente fruibile anche alle persone su sedia a ruote. Insomma, gli alberghi devono rispettare le indicazioni previste dal Decreto Decreto Ministeriale 236 per fregiarsi del titolo di accessibili. In particolare, l’art. 5 riporta: “1.3. Ogni struttura ricettiva (alberghi, pensioni, villaggi turistici, campeggi, ecc.) deve avere tutte le parti e servizi comuni ed un determinato numero di stanze accessibili anche a persone con ridotta o impedita capacità motoria. Tali stanze devono avere arredi, servizi, percorsi e spazi di manovra che consentano l’uso agevole anche da parte di persone su sedia a ruote”.Ma questo non significa che le stanze degli hotel, e in particolare i bagni, debbano trasformarsi in ambienti dall’aspetto “medicale”. Tutt’altro.

Bello e funzionale significa vendibile

Fermo restando che una struttura ricettiva è giustamente obbligata ad attrezzare ad hoc alcune stanze per accogliere persone con disabilità, non è detto né scritto da nessuna parte che queste camere debbano perdere in bellezza e design. La funzionalità può infatti benissimo coniugarsi con l’estetica: e dovrebbe essere proprio così, altrimenti le camere allestite per chi ha una disabilità rischierebbero di essere vendute con maggior difficoltà ai clienti cosiddetti normodotati. E un albergo vive, e fa business, solo e soltanto se le camere sono piene.

Come scegliere il fornitore giusto

L’ambiente della camera d’hotel più delicato in questo ambito è sicuramente il bagno, che deve rispettare una serie di parametri in termini di spazi, dimensioni e accessibilità anche per chi è su una sedia a ruote. Ma devono anche essere dei locali ben curati e funzionali, così da essere completamente sicuri e godibili da chiunque. Per essere sicuri di realizzare ambienti di alta qualità e soprattutto in linea con le più moderne tendenze del design, un nome di riferimento nel mondo dell’hotellerie è Mediclinics, azienda che produce asciugamani elettrici, asciugacapelli e a una vasta gamma di accessori, compresa una selezione di essenziali barre di sostegno per disabili. Si tratta di prodotti in acciaio, dalle linee moderne e piacevoli, disponibili in diverse forme e misure per qualsiasi necessità, inclusi i seggiolini ribaltabili per installazione in doccia. Oltre a essere belli, tutti questi accessori sono conformi alle normative dedicate ADA e UNE41523.

La gestione della rilevazione presenze dei dipendenti

La rilevazione delle presenze dei dipendenti all’interno dei locali nei quali si svolge l’attività lavorativa è di grande importanza per più di un motivo. Su tutti, è da considerare l’aspetto relativo alla sicurezza nel caso in cui si verifichi una emergenza tale da richiedere l’evacuazione immediata dei locali: in situazioni di questo tipo, è fondamentale sapere esattamente quanti lavoratori abbiano già abbandonato i locali e soprattutto quali dipendenti si trovino invece ancora in sede, per favorire le operazioni di soccorso da parte delle autorità preposte. In seconda analisi, poter registrare giorni e orari di ingresso ed uscita dei lavoratori consente di poter effettuare in maniera più efficace la gestione del personale, il che è una necessità di aziende grandi e piccole. Oggi è ancora una volta la tecnologia più avanzata a consentire a realtà imprenditoriali di ogni tipo di poter effettuare in maniera infallibile la rilevazione presenze all’interno dei locali nei quali si svolgono le quotidiane attività lavorative.

I sistemi progettati e commercializzati da Cotini srl consentono infatti di controllare gli accessi e rilevare le presenze in maniera efficace e commisurata alle esigenze di ciascuna realtà aziendale. Mediante particolari lettori di badge, nonché lettori biometrici in grado di riconoscere la biometria del volto o le impronte digitali, è possibile registrare gli accessi e tutti i dati da passare poi all’ufficio che si occupa delle paghe, velocizzando così i tempi di lavoro e risparmiando risorse. Grazie ad un software specifico come Sfera Cloud inoltre, i dipendenti possono non solo vedere il proprio cartellino, ma anche inoltrare richieste di ferie o permessi. È possibile poi scaricare in maniera semplice tutte le timbrature dei dipendenti e creare dei report personalizzati che consentano di ottimizzare il lavoro. I sistemi di rilevazione presenze sviluppati da Cotini srl rappresentano dunque l’avanguardia del settore, strumenti in grado di migliorare la sicurezza e la qualità del lavoro di ogni realtà aziendale o commerciale.

Mind Health: il 28% degli italiani riporta una forma di disturbo mentale

Obiettivo, promuovere una cultura che superi lo stigma e sostenga la prevenzione. È questo l’impegno del Gruppo AXA sui temi della salute e del benessere mentale, che in collaborazione con IPSOS ha condotto l’edizione 2024 di Mind Health Report, l’indagine svolta in 16 Paesi, tra cui l’Italia. 
Dai dati emerge come il 60% degli italiani nel 2023 dichiari di aver affrontato almeno una difficoltà personale, in particolare le donne e i giovani.

Insomma, la salute mentale continua a destare preoccupazione a livello globale, con il 32% della popolazione che riporta una forma di disturbo mentale, percentuale in aumento di 5 punti rispetto al 2022.
Un quadro che desta preoccupazione anche in Italia, dove la percentuale scende al 28%, ma rispetto allo scorso anno cresce di 6 punti.

Ansia e depressione i disturbi più comuni

Se ansia (14%) e depressione (12%) sono i disturbi più comuni, ciò che emerge da questa nuova edizione del report è la scarsa consapevolezza sul tema del benessere mentale e sull’importanza di un supporto professionale. Cresce infatti il trend relativo all’autodiagnosi e alla gestione autonoma dei disturbi. Rispetto al 2022, il numero di diagnosi effettuate da professionisti è in calo, mentre salgono significativamente le diagnosi fatte in autonomia o su Internet (+8%).

Inoltre, 9 italiani su 10 (88%) valutano la propria condizione mentale come buona o media, mentre un quarto della popolazione (26%), ad esempio, manifesta sintomi riconducibili a depressione, ansia o stress in forma grave o molto grave.

Ma gli italiani preferiscono non consultare il medico

Sul fronte della gestione e della cura, il 44% degli italiani ha scelto di auto-gestire i disturbi relativi al benessere mentale, un trend in aumento di 7 punti rispetto al 2022, e più diffuso rispetto al resto del mondo (40%).
Un terzo degli italiani sospettati di soffrire di depressione, ansia o stress (33%), inoltre, non ha consultato un medico quest’anno.

A livello globale le difficoltà mentali tendono a esser ricondotte principalmente a ragioni personali (33%) piuttosto che professionali (23%).
Tuttavia, in Italia come nel resto del mondo, il 76% dei lavoratori sta manifestando almeno un disturbo collegabile al lavoro, tra cui stanchezza, perdita di energie e di interesse, disturbi del sonno, stress e ansia.

Lavoro: il disimpegno è un campanello d’allarme

La condizione di disagio attraversa trasversalmente tutta la popolazione aziendale, ma è significativa l’evidenza che vede i giovani riportare percentuali di disagio in linea con la popolazione più anziana.

Il disimpegno è uno dei primi campanelli di allarme che le aziende dovrebbero prendere in considerazione. Nonostante il dato sia più basso della media, il 62% degli italiani pianifica di dedicare meno energie al lavoro (rispetto al 69% a livello globale), mentre il 44% sta pensando di lasciare o cambiare impiego.

A livello globale, il 23% dei lavoratori ha preso un congedo per malattia a causa di problemi di benessere mentale (38% tra i giovani lavoratori).
In Europa, comunque, è l’Italia il Paese con il minor numero di assenze per malattia (16% vs 22% Europa).

Giovani e intelligenza artificiale, quali i rischi per i teenager?

I più giovani hanno per definizione un notevole interesse e una grande confidenza con la tecnologia. Sono infatti sempre alla ricerca di nuove applicazioni o strumenti che possano semplificare la loro vita. Questa tendenza è stata confermata dalla ricerca sul tema “Intelligenza Artificiale” condotta da BVA Doxa e Telefono Azzurro e presentata recentemente in occasione del Safer Internet Day 2024, l’evento europeo mirato a sensibilizzare sull’utilizzo consapevole e responsabile di Internet. L’indagine ha coinvolto 806 ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni.

Il 94% dei ragazzi conosce l’IA

Il 94% dei ragazzi ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale e conosce la sua definizione, mentre il 9% ritiene di possedere una conoscenza molto buona. Più del 70% ha un’opinione positiva sull’IA, tanto da consigliarne l’utilizzo a familiari e amici (24%). Per il 13%, l’Intelligenza Artificiale è utile anche per distrarsi dai problemi quotidiani e ricevere supporto nelle sfide emotive e psicologiche.

I timori legati alla rete

I giovani sono sempre più utilizzatori e consumatori di servizi internet, ma non mancano le preoccupazioni in merito. In particolare, il 31% del campione teme un possibile furto d’identità. Il 28% si preoccupa per la privacy e la sicurezza dei propri dati personali. Altri potenziali rischi riguardano la scarsa protezione da situazioni dannose e violente, con il 21% che ha paura di danni alla reputazione dovuti alle immagini generate dall’AI. Il 20% teme di entrare in contatto con contenuti inappropriati, mentre il 10% esprime preoccupazione per la creazione di immagini pedopornografiche.

ChatGpt, uno strumento noto

L’indagine ha esaminato anche l’uso di chatbot da parte dei ragazzi. Il più famoso, ChatGpt, risulta conosciuto da 8 ragazzi su 10. Il 6% lo utilizza quotidianamente, mentre il 40% più volte a settimana. Il 54% ritiene che il principale aspetto positivo di ChatGpt sia la facilità d’uso e la possibilità di essere utilizzato per diverse attività. Tuttavia, il 34% sottolinea la difficoltà nell’avere accesso a fonti sicure e attendibili, mentre il 51% teme che l’utilizzo renda più pigri.

Per concludere

In conclusione, i giovani italiani dimostrano una buona conoscenza e un’accoglienza favorevole verso l’Intelligenza Artificiale. Allo stesso tempo, però, le nuove generazioni esprimono alcune preoccupazioni riguardo alla sicurezza online, alla privacy e all’impatto sociale degli strumenti tecnologici. I teenager italiani sono quindi ben disposti nei confronti dell’IA, però manifestano anche un pensiero critico fondamentale per un corretto utilizzo.

UE, a gennaio 2024 il mercato dell’auto ingrana la marcia

Nel gennaio 2024, il mercato delle auto nuove nell’Unione Europea ha segnato una ripresa dopo il rallentamento di dicembre 2023, con un aumento del 12,1% nelle immatricolazioni su base annua, raggiungendo le 851.690 unità.

I principali mercati del blocco hanno tutti registrato significative crescite, con la Germania in testa con un +19,1%, seguita da Italia (+10,6%), Francia (+9,2%) e Spagna (+7,3%), che hanno riportato incrementi a una o due cifre.

Elettriche, ibride, benzina o diesel: quali le preferite?

Nel mese di gennaio, le auto elettriche a batteria rappresentavano il 10,9% della quota di mercato (rispetto al 9,5% di gennaio 2023), mentre le auto ibride-elettriche si attestavano al 30%, confermandosi come la seconda scelta preferita dagli europei. La quota combinata di auto a benzina e diesel era del 50%, segnando un calo rispetto al 54% dell’anno precedente.

Exploit dell’elettrico

Le vendite di nuove auto elettriche a batteria a gennaio 2024 sono cresciute del 28,9%, raggiungendo le 92.741 unità, pari al 10,9% del mercato totale. I quattro principali mercati dell’UE hanno registrato incrementi robusti a doppia cifra, con Belgio (+75,5%), Paesi Bassi (+72,2%), Francia (+36,8%) e Germania (+23,9%). Lo sottolinea Acea, l’associazione dei costruttori europei.

Le auto ibride-elettriche hanno visto un aumento del 23,5% nelle nuove immatricolazioni nell’UE a gennaio, trainate da crescite significative in Spagna (+26,5%), Francia (+29,9%), Germania (+24,3%) e Italia (+14,2%), raggiungendo le 245.068 unità e una quota di mercato del 28,8%.
Le vendite di auto elettriche ibride plug-in sono risalite nel gennaio 2024, con un aumento del 23,8% a 66.660 unità, guidato da incrementi notevoli in Belgio (+65,2%) e Germania (+62,6%). Le auto ibride plug-in rappresentano ora il 7,8% delle vendite totali di auto nell’UE.

La benzina tiene, il diesel cala

Il mercato delle auto a benzina ha registrato una crescita del 4% nell’UE a gennaio 2024, trainato da notevoli aumenti in Italia (+26,7%) e Germania (+16,9%). Nonostante la leadership con il 35,2% del mercato, la quota delle auto a benzina è diminuita rispetto al 37,9% di gennaio 2023.

Al contrario, il mercato delle auto diesel nell’UE ha subito una contrazione del 4,9% a gennaio, con cali evidenti in Francia (-23,4%), Spagna (-10,2%) e Italia (-8,7%), ma la Germania ha registrato un tasso di crescita del 4,3%. Le vendite di auto diesel hanno rappresentato il 13,4% del mercato, in calo rispetto al 15,8% di gennaio 2023.

Ransomware, oltre un miliardo di dollari di riscatto nel 2023. Cosa succederà adesso?

Nel corso del 2023, gli attacchi di ransomware hanno raggiunto livelli senza precedenti, prendendo di mira primarie istituzioni  e infrastrutture sensibili, tra cui ospedali, scuole e agenzie governative. Non solo: software malevoli di trasferimento file come MOVEit sono stati utilizzati per attaccare aziende di fama internazionale come la BBC e la British Airways.

Complessivamente, i cybercriminali hanno estorto alle vittime, come riscatto, oltre un imiliardo di dollari in criptovaluta. Lo rivela un recente rapporto della società tecnologica Chainalysis.

Il 2023: anno di svolta per il ransomware

Il 2023 rappresenta un punto di svolta per il ransomware, dato che nel 2022 si era registrato un deciso calo degli attacchi. L’anno passato i pagamenti di ransomware hanno superato la soglia del miliardo di dollari, il massimo mai registrato. Sebbene il 2022 avesse mostrato una diminuzione nel volume di questi riscatti, l’andamento complessivo dal 2019 al 2023 traccia un’escalation del problema. Tra l’altro, la cifra record indicata – più di un miliardo di dollari – non include l’impatto economico derivante dalla perdita di produttività e dai costi di ripristino associati agli attacchi.

Il 2022 è stato un’anomalia, purtroppo non una tendenza 

Il 2022 aveva visto una diminuzione delle attività di ransomware, influenzata da vari fattori, tra cui eventi geopolitici come il conflitto russo-ucraino. Questo conflitto aveva distratto gli hacker, spostando la loro attenzione verso attacchi informatici motivati politicamente e trascurando quelli di tipo finanziario. Tuttavia, nel 2023 il ransomware “tradizionale” è ripartito con una maggiore forza. 

I trend emergenti

Il 2023 ha visto una crescita esponenziale nel numero di minacce informatiche, con 538 nuove varianti di ransomware segnalate da Recorded Future. La “caccia grossa”, come la definisce Chainalysis, è diventata la strategia dominante, con una percentuale sempre maggiore dei pagamenti di ransomware superiore a un milione di dollari.

Il rebranding e l’utilizzo di ceppi sovrapposti di software malevoli restano il modus operandi dei cybercriminali, che così riescono a colpire più volte le stesse vittime – ma con nomi diversi –  e a evitare l’individuazione.

Per concludere

In conclusione, l’anno appena passato ha portato cambiamenti significativi nel panorama del ransomware, con tattiche sempre più sofisticate, l’aumento di gruppi di criminali informatici  e l’uso di exploit zero-day per attacchi di grande portata. La diffusione del RaaS e la semplificazione degli attacchi indicano un approccio più efficiente e aggressivo da parte degli hacker. 

Le buone notizie sono che l’ecosistema del ransomware è più piccolo di quanto sembri, e la blockchain consente di identificare i rebranding a opera degli stessi gruppi. Per queste ragioni, sono necessarie una costante vigilanza e una immediata risposta per contrastare tale minaccia.

Anagrafe delle imprese: stabili le iscrizioni (+0,7%), aumentano le chiusure (+2,1%)

Emerge dai dati Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle imprese delle Camere di commercio: il saldo 2023 per le imprese italiane resta positivo (+0,7%), con 42mila nuove imprese registrate negli ultimi dodici mesi. Oltre il 70% però opera in soli tre macro-settori, costruzioni, turismo e attività professionali.

In uno scenario economico caratterizzato da inflazione, tensioni geopolitiche e cambiamenti tecnologici, il saldo quindi non è positivo per tutti gli ambiti di attività, e le chiusure crescono del +2,1%.
In ogni caso, il settore più dinamico, in termini di crescita imprenditoriale, è il comparto delle costruzioni, che nonostante l’incertezza sulle prospettive dei bonus legati all’edilizia alla fine del 2023 conta +13.541 imprese rispetto al 2022 (+1,62%).

Anno positivo per il comparto vacanze

Bene anche le attività professionali, scientifiche e tecniche, che a fine 2023 presentano un aumento significativo di 11mila imprese, trainate dal ‘boom’ della consulenza aziendale e amministrativo-gestionale. Il saldo positivo è di oltre 6.000 attività, per una variazione relativa dell’8%.

Anno positivo anche per il comparto della vacanza, in cui si contano 3.380 attività di alloggio aggiuntive (+5,13%) e 3.015 bar e ristoranti in più rispetto al 2022 (+0,77%).

Alla crescita hanno contribuito significativamente anche le attività immobiliari, che a fine 2023 contano 5.197 imprese in più dell’anno precedente (+1,72%).
A fronte di questi risultati positivi, i settori più tradizionali continuano a segnalare un restringimento della platea delle imprese.

Commercio -0,6%, agricoltura -1,05%, manifattura -0,56%

Il 2023 per il commercio si è chiuso con una riduzione complessiva di 8.653 attività (-0,6%), anche se il ‘processo di selezione’ ha riguardato essenzialmente il commercio al dettaglio, che nel 2023 ha perso quasi 7.700 unità. Nell’agricoltura, il bilancio di fine anno evidenzia una riduzione complessiva di 7.546 imprese (-1,05%) mentre la manifattura presenta una perdita complessiva di 2.962 imprese (-0,56%). 

Una performance per quest’ultimo settore che tocca tutti comparti, con la sola eccezione delle imprese di riparazione, manutenzione e installazione di macchine e apparecchiature (+1.137 unità), accompagnata da una sostanziale stabilità delle industrie di cantieristica navale, aerospaziale e ferro-tramviaria (+56), e delle bevande (+37).

Più Spa meno società individuali 

Guardando al territorio, i dati indicano in crescita il tessuto imprenditoriale di tutte le quattro aree geografiche.
Con le sue 14.948 imprese in più, il Mezzogiorno ha determinato più di un terzo dell’intero saldo annuale, staccando il Nord-Ovest (+11.210) e il Centro (+10.626).

In termini assoluti, meglio di tutte hanno fatto Lombardia (+10.562), Lazio (+9.710) e Campania (+6.351). Il Lazio (+1,59%) registra invece la crescita più sostenuta in termini relativi; seguono la Lombardia (+1,12%) e la Campania (+1,04%).
L’intero saldo positivo è spiegato dalla crescita delle società di capitale: +57.846 (+3,1%), in linea con il 2022. Le imprese individuali continuano a rappresentare la metà dello stock di imprese esistenti (50,6%), ma sono in flessione di quasi 2mila unità (-0,1%).

La patente di guida non è più uno status: i giovani italiani… aspettano

Patente appena compiuti i 18 anni? Sì, ma non per tutti. Il desiderio di mettersi alla guida, un tempo così sentito, in Italia sembra essersi offuscato un po’. Tanto che l’età media per ottenere la patente è di circa 19 anni e 10 mesi. Lo rivela una recente indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat. In particolare, il 50% degli intervistati ha conseguito la patente a 18 anni, il 23% a 19 anni e il 10% a 20 anni, mentre solo uno su sei l’ha ottenuta dopo i 21 anni.

Sebbene oltre il 90% degli italiani tra i 18 e i 74 anni possieda la patente, emerge una differenza di genere nel momento di ottenere la licenza, con gli uomini che in media la conseguono quasi un anno prima rispetto alle donne.

Il 10% dei ragazzi preferisce i mezzi alternativi (specie in città)

L’auto è tradizionalmente considerata uno status symbol in Italia, ma l’indagine rivela che solo la metà dei diciassettenni ha l’intenzione di prendere la patente immediatamente dopo aver raggiunto la maggiore età. Il 32% ha dichiarato di volerla ottenere, ma con calma, mentre circa il 10% ha affermato di non avere intenzione di prendere la patente perché si sposta con mezzi alternativi.

Questa tendenza è più evidente nelle grandi città, dove le opzioni di mobilità sono maggiori. Alcuni intervistati (circa il 10%) hanno ammesso di non sapere quando o se otterranno la patente, indicando che non è una priorità immediata per loro.

Voglia di guidare maggiore nel Sud e nelle Isole

A livello geografico, emerge una differenza nelle intenzioni dei diciassettenni: nel Sud e nelle Isole, il 63% vuole ottenere la patente subito, mentre al Nord la percentuale di chi intende farlo con calma arriva al 39%.

Analizzando la fascia di età 18-24 anni, la percentuale di coloro che hanno la patente scende al 73%, e i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti indicano un calo costante nella quota percentuale di giovani che ottengono la patente. 

Cambiano i comportamenti, anche al volante

Nel 2022, su circa 1,1 milioni di patenti emesse, il 62% era destinato a giovani sotto i 21 anni, in diminuzione rispetto al 73% del 2013. Questi dati riflettono un cambiamento nei comportamenti dei giovani italiani nei confronti dell’ottenimento della patente di guida.

Acquisti on line, addio al reso gratuito?

Rivoluzione in corso nel campo della restituzione degli acquisti effettuati su web. In tutto l’Occidente, infatti, sempre più persone si trovano a dover affrontare commissioni per resi online. Nel Regno Unito, ben 8 rivenditori online su 10, come ad esempio il colosso della moda Zara, hanno abbracciato questa nuova politica, addebitando commissioni per la restituzione degli articoli. Una mossa che sembra dare l’inizio a un cambiamento epocale e che pare destinata a diffondersi in tutto il mondo.

Negli Usa i grandi brand hanno introdotto le commissioni di reso 

Negli Stati Uniti, big player come Zara, Macy’s, Abercrombie & Fitch, J. Crew ed H&M hanno introdotto commissioni fino a 7 dollari per i resi postali. Anche giganti come Amazon, seppur in maniera limitata, applicano una fee di 1 dollaro in alcuni casi di reso tramite UPS Store. Il reso gratuito, un tempo garantito, sembra essere una comodità in via di estinzione.

E in Italia cosa accade? 

Al momento in Italia, riferisce Adnkronos, la politica del reso a pagamento non ha ancora preso piede. Zara permette resi gratuiti solo se effettuati nei negozi fisici, mentre H&M, in un’ottica più selettiva, offre il reso gratuito solo ai propri membri, addebitando 2,99 euro agli altri acquirenti.

Il fenomeno del “bracketing” e la sostenibilità ambientale

La crescente tendenza del “bracketing” – acquistare più taglie o colori per poi restituire gratuitamente gli articoli non desiderati – ha reso compulsiva e non più sostenibile la politica dei resi gratis. In America, il 17% degli acquisti online del 2022 è stato restituito, per un importo equivalente a 816 miliardi di dollari. Questo comportamento, oltre a danneggiare l’economia, ha gravi ripercussioni ambientali.

L’impatto del reso gratis 

Il processo di reso gratuito impone alle aziende un pesante carico finanziario ed ecologico. Ogni articolo restituito richiede trasporto, controllo, riparazione e riconfezionamento prima di essere rimesso in vendita. Una filiera costosa e inquinante che ha spinto molte aziende a perdere fino al 50% del loro margine sui resi.

La necessità di un cambiamento

La fine del reso gratuito non solo risponde a esigenze economiche, ma si inserisce anche nel contesto di una maggiore responsabilità ambientale. Le istituzioni europee stanno già cercando di regolamentare il settore per aumentare la sostenibilità, ma sono necessari ulteriori sforzi. La sfida ambientale può essere vinta solo con l’impegno di ogni parte sociali, compresi i consumatori. L’addio a politiche di reso senza costi è un passo avanti verso una maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti.

Italia, dopo Germania e Svezia è leader nell’edilizia in legno

L’Italia ha confermato la sua posizione di terzo produttore di soluzioni abitative in legno nel 2022, con un aumento dell’1% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un totale di 3602 unità abitative.
Questo piazzamento vede il nostro Paese collocarsi subito dietro la Germania e la Svezia, ma prima dell’Austria. Il settore ha registrato un notevole incremento del fatturato, raggiungendo i 2,3 miliardi di euro, con un deciso aumento del 15,8% rispetto al 2021.

Dinamicità della produzione residenziale in legno

Il settore ha visto una accelerata nella crescita soprattutto grazie alla produzione residenziale in legno, che ha contribuito con 866 milioni di euro al fatturato complessivo e ha registrato un aumento del 12,7% rispetto al 2021.
Tale dato rappresenta un quinto della produzione tedesca (4,4 miliardi di euro) e il 7,2% di quella complessiva dei 27 Paesi dell’Unione Europea, che ammonta a 12 miliardi di euro. A evidenziarlo sono i dati dell’8° ‘Rapporto Edilizia in legno’, realizzato dal centro studi di FederlegnoArredo.

Produzione non residenziale ed edilizia tradizionale in legno

Oltre all’edilizia residenziale, il rapporto evidenzia la produzione non residenziale in legno, che ha raggiunto i 633 milioni di euro con un incremento del 12,2% rispetto al 2021. L’edilizia tradizionale in legno ha contribuito con 767 milioni di euro, con un notevole aumento del 22,9% rispetto all’anno precedente.

La geografia delle imprese di Bioedilizie in Italia

Il rapporto sottolinea la distribuzione geografica delle imprese bioedilizie, evidenziando una concentrazione significativa in Lombardia, con 73 aziende attive, seguita da Trentino-Alto Adige e Veneto, che rappresentano il 50% del totale.
Il Trentino-Alto Adige si distingue come la regione con le imprese più grandi e altamente specializzate, contribuendo al 19% della produzione complessiva, seguita dalla Lombardia al 16%.

Concentrazione nel settore 

Analizzando le dimensioni delle aziende, il rapporto rivela che le prime 10 imprese rappresentano quasi il 31% del mercato, mentre il 68% ha un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro. Solo il 7% delle aziende ha un giro d’affari superiore ai 50 milioni di euro, ma contribuisce al 46% del mercato, evidenziando una concentrazione significativa nel settore.

Bioedilizia come alternativa sostenibile

Il rapporto conferma il progressivo guadagno di quote di mercato da parte della bioedilizia, indicando il suo potenziale come alternativa concreta all’edilizia tradizionale. Tuttavia, il report mette in luce la necessità di un’operazione di sensibilizzazione e promozione del settore per renderlo appetibile sia per i cittadini privati sia per le amministrazioni pubbliche, promuovendo la consapevolezza del valore delle strutture in legno in termini di sostenibilità e stoccaggio di CO2. 

Lavoro e maternità, perchè in Italia sembrano inconciliabili?

In Italia il rapporto fra donne e lavoro continua a rimanere complicato. Ancora di più quando ci sono dei bambini. Lo rivela l’ultima indagine condotta dall’Ispettorato del Lavoro (INL) in collaborazione con l’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (INAPP). L’analisi ha infatti messo in luce un preoccupante aumento delle dimissioni volontarie tra le donne madri in Italia.
Secondo il rapporto, un impressionante numero di 44.699 madri ha scelto di lasciare il proprio impiego, un dato notevolmente più elevato rispetto ai 16.692 padri che hanno preso la medesima decisione.

Boom di dimissioni nei primi tre anni di vita dei figli

La tendenza si fa ancora più evidente quando si analizzano le dimissioni nei primi tre anni di vita dei figli. Il documento mette in luce una crescente difficoltà per le donne nel conciliare le responsabilità professionali con quelle familiari. Tra le categorie professionali più colpite spiccano gli impiegati (30.299) e gli operai (26.471), con il 65,8% delle dimissioni che coinvolgono lavoratori a tempo pieno.

Le ragioni alla base di queste decisioni sono molteplici: il 37,5% delle dimissioni è imputabile al cambio di azienda, mentre il 32,2% è dovuto alle sfide legate alla conciliazione tra lavoro e cura dei figli. Tra queste, la difficoltà nel trovare un equilibrio tra esigenze professionali e familiari emerge come la causa principale, rappresentando il 49,8% delle motivazioni totali.

Anche nelle dimissioni esiste un divario di genere

Il rapporto sottolinea altresì un evidente divario di genere nelle motivazioni delle dimissioni. Le donne madri tendono a lasciare il lavoro principalmente a causa delle difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia, spesso aggravate dalla mancanza di servizi adeguati e problematiche organizzative sul luogo di lavoro. Al contrario, per i padri, le ragioni principali sono più strettamente legate a questioni professionali. Insomma, il “problema” famiglia pare essere tutto sulle spalle delle donne.

Servono politiche di supporto

Questi dati mettono in luce l’urgente necessità di affrontare la questione della conciliazione tra vita professionale e familiare, specialmente per le donne madri. Ciò sottolinea l’importanza di politiche di supporto più efficaci e di un rinnovato impegno nel promuovere un ambiente lavorativo equilibrato e inclusivo, per tutti e… tutte.

Turismo: “c’è fame d’Italia all’estero”, e un 1/3 di spesa in vacanza è per il cibo

È quanto emerge da una analisi della Coldiretti: più di un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia è destinato alla tavola, ovvero, alla consumazione di pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche al cibo di strada o alle specialità enogastronomiche di mercati, feste e sagre di Paese.

L’analisi, divulgata in occasione del Forum internazionale del turismo di Baveno, sul Lago Maggiore, fa da commento delle dichiarazioni della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla “tantissima fame di Italia all’estero”. Il cibo infatti è la voce più importante del budget destinato alle vacanze estive in Italia, tanto che per molti turisti è diventato la principale motivazione del viaggio.
Lo dimostrano il boom del turismo enogastronomico, insieme alle numerose iniziative di valorizzazione dei prodotti tipici e locali, dalle sagre alle strade del vino.

Il patrimonio enogastronomico nazionale al centro della vacanza Made in Italy 

Si tratta di uno scenario che, sottolinea la Coldiretti, dimostra per ‘la vacanza Made in Italy’ la centralità del patrimonio enogastronomico nazionale.

Un patrimonio diffuso su tutto il territorio, e dalla cui valorizzazione dipendono molte opportunità di sviluppo economico e occupazionale per il nostro Paese.
L’alimentazione si conferma quindi come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia, ‘leader mondiale’ del turismo enogastronomico.

L’agricoltura tricolore è la più green d’Europa

Del resto, l’Italia può contare sull’agricoltura più green d’Europa, con 5450 specialità censite dalle Regioni e ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, 325 specialità Dop, Igp, Stg riconosciute a livello comunitario, e 415 vini Doc e Docg.

Ma l’Italia può anche vantare la leadership nel ‘biologico’, con circa 86 mila aziende agricole biologiche e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), oltre ai 10 mila agricoltori che vendono direttamente con Campagna Amica.

“I tesori enogastronomici sono opere d’arte conservate da generazioni”

“L’Italia è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica – ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che -: i tesori enogastronomici sono vere e proprie opere d’arte conservate gelosamente da generazioni di agricoltori che vanno difese dal rischio della falsificazione, dall’omologazione e dai tentativi di rompere il legame naturale tra il cibo che consumiamo e l’ambiente che ci circonda”.