Rifiuti tecnologici, aiuto: entro il 2030 in Italia saranno 75 milioni di tonnellate

A livello globale, la situazione è allarmante. Uno studio delle Nazioni Unite ha rivelato che nel 2022 sono state prodotte 62 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, segnando un incremento dell’82% rispetto al 2010. E si prevede un ulteriore aumento del 32% entro il 2030, raggiungendo 82 milioni di tonnellate. Nonostante questi dati sconcertanti, la consapevolezza sembra essere in aumento tra i consumatori italiani, molti dei quali prevedono un aumento dei rifiuti elettronici fino a 75 milioni di tonnellate entro il 2030, equivalenti allo scarto di circa 1.000 computer portatili ogni secondo.

Emerge dai risultati di una ricerca condotta da Swappie, l’azienda europea specializzata in ricondizionamento di iPhone, in occasione della Giornata della Terra.

Ogni anno si producono 20 kg di rifiuti elettronici a testa

La ricerca, incentrata sulla consapevolezza degli italiani riguardo l’impatto delle emissioni di anidride carbonica e la produzione di rifiuti elettronici, rivela una notevole discrepanza tra la percezione dei consumatori e la realtà effettiva dei rifiuti elettronici generati.

Più dell’80% dei partecipanti ha stimato di produrre circa 10 kg di rifiuti elettronici all’anno, ma i dati reali indicano che la quantità è in realtà doppia, attestandosi su circa 20 kg annui a persona.
Questo divario evidenzia un errore di valutazione significativo che sottolinea l’importanza di una maggiore consapevolezza sull’entità degli apparecchi elettronici dismessi.

Quante emissioni di CO2 genera un iPhone nuovo nel suo primo anno di vita?

In pratica, 8 persone su 10 ritengono di produrre solo 10 kg di rifiuti elettronici,’ma in realtà ne generano il doppio.
Anche riguardo alle emissioni di CO2 generate da un iPhone nuovo nel suo primo anno di vita, i risultati hanno mostrato cuna discrepanza. Solo il 20% dei partecipanti ha infatti stimato correttamente i circa 80 kg di emissioni per dispositivo.

La maggior parte degli intervistati, il 60%, ha stimato le emissioni tra 25 kg e 65 kg, mentre una minoranza ha sovrastimato, arrivando a quasi 100 kg.

“È evidente il forte desiderio dei consumatori di fare scelte più informate”

“I risultati del nostro studio sottolineano l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica circa i rifiuti elettronici e sui loro effetti dannosi per il nostro pianeta – ha commentato Elena Garbujo, Country Manager di Swappie Italia, come riferisce Adnkronos -. È evidente il forte desiderio dei consumatori di fare scelte più informate per mitigare il loro impatto sull’ambiente, ma la responsabilità va oltre: in Swappie ci impegniamo a informare sempre più persone sui rifiuti elettronici e su come ognuno possa contribuire a rendere il mondo un posto migliore”.