Lavorare all’estero? Sì, ma senza muoversi da casa per il 93% degli italiani

Lavorare per un’azienda straniera senza uscire dai confini italiani? Un’opzione non solo possibile, ma anche una prospettiva allettante per molti professionisti. Se la recente crisi sanitaria ha cambiato radicalmente il mondo del lavoro, con l’avvento dello smart work su larga scala, allo stesso tempo si sono aperte nuove opportunità che raramente sono state esplorate prima della pandemia, come lavorare per una multinazionale estera senza nemmeno uscire di casa. Una recente indagine di Wyser rivela che professionisti e manager italiani vorrebbero instaurare rapporti di lavoro con aziende internazionali restando in Italia: ha infatti risposto così il 93% degli intervistati su un campione composto da oltre 1.500 persone. I motivi sono molteplici: vivere un’esperienza di respiro internazionale senza allontanarsi dalla famiglia, esplorare nuove prospettive e metodologie di lavoro, affrontare nuove sfide professionali e addirittura per aiutare l’ambiente abbattendo gli spostamenti abitazione-ufficio.

Le relazioni? Funzionano anche a distanza

Chi è disposto a operare esclusivamente da remoto non sembra avere preoccupazioni in merito ai rapporti interpersonali, preziosi fra colleghi, e sulla comunicazione all’interno del team. La lontananza fisica, quindi, non è certo un ostacolo perché “l’empatia non conosce confini” e l’elemento umano “può essere coltivato anche da dietro lo schermo” sono le risposte maturate dopo un anno di distanziamento sociale. I risultati dell’indagine evidenziano poi il desiderio dei lavoratori italiani di sfruttare appieno le potenzialità del lavoro a distanza, confermando così i risultati dello studio Wyser del 2020, in cui il 60% degli intervistati si è dichiarato pronto a cambiare lavoro se costretto a rientrare a tempo pieno presso il proprio ufficio. 

Dall’Italia per realtà estere e dall’estero per realtà italiane

Tali dati sono anche in linea con le tendenze internazionali: secondo uno studio,  di McKinsey il 52% dei lavoratori desidera un futuro del lavoro più flessibile Quindi, da un lato, se le aziende con sede all’estero hanno una forte appeal per gli italiani che desiderano lavorare da remoto, dall’altro lato ci sono anche persone intenzionate a lavorare per realtà italiane pur vivendo all’estero. Per il 42% dei partecipanti al sondaggio, la Spagna è la meta oltreconfine più gettonata per un trasferimento,  seguita dal Regno Unito (31%) e dalla Francia (11%). Il restante 16% punta non solo a mete europee come Portogallo, Irlanda o Germania, ma guarda anche oltre, fino ad arrivare alla Cina, all’Indonesia o agli Stati Uniti. Tale scelta è dettata non solo da elementi prettamente professionali, ma anche da quelli culturali e dallo stile di vita della nazione indicata, un orientamento condiviso dal 71% degli intervistati, per cui la qualità della vita rappresenta il principale fattore da valutare nella scelta del paese estero da cui continuare a lavorare per aziende con sede in Italia.