Imprese agricole lombarde, fatturato in progresso nonostante le difficoltà

Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, il settore agricolo lombardo conferma la sua capacità di resilienza, e gli indicatori di fatturato e redditività mostrano un lieve progresso rispetto alla seconda metà del 2020, anche per via del buon andamento delle quotazioni dei principali prodotti. Nei primi sei mesi del 2021 il comparto risente ancora degli effetti della pandemia sui settori che contribuiscono indirettamente alla creazione del valore aggiunto agroalimentare, come ristorazione, ricezione, intrattenimento, e istruzione. A questo si aggiunge la crescita dei costi di produzione e le difficoltà di approvvigionamento di macchinari e pezzi di ricambio, che colpiscono in maniera trasversale tutti i comparti. Se i rincari di energia e petrolio si ripercuotono su fertilizzanti e fitofarmaci, gli effetti più gravi riguardano la zootecnia, il cuore dell’agricoltura lombarda, per via del rally senza precedenti delle quotazioni di cereali e altri alimenti che compongono la razione animale.

Tasso di crescita a due cifre per l’Export agroalimentare

Si tratta di alcuni risultati dell’analisi congiunturale del primo semestre 2021 per il settore agricolo lombardo realizzata da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, con il supporto del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano.
“Lo stato di salute dell’agricoltura lombarda è solido: lo confermano sia i consumi interni sia l’export – dichiara il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio -, a testimonianza di quanto sia importante avere una base forte e diversificata di imprese e produttori”.
Secondo lo studio, infatti, l’export agroalimentare mostra una decisa ripartenza, raggiungendo nei primi 6 mesi del 2021 un tasso di crescita a due cifre dopo lo stallo dell’anno precedente.

I rincari non consentono di sfruttare le condizioni favorevoli del mercato

Il risultato complessivo dell’agricoltura regionale è il risultato di dinamiche settoriali differenziate. Il lattiero-caseario, ad esempio, beneficia del buon andamento della domanda mondiale, e dei prezzi delle principali produzioni che si mantengono sopra i livelli dello scorso anno. Il rincaro dei mangimi non consente però di sfruttare appieno le condizioni favorevoli del mercato. Anche le quotazioni delle carni suine mostrano un andamento positivo, sia nel circuito DOP sia non DOP, ma anche in questo caso la redditività risulta compressa dall’impennata dei costi produttivi.

Cereali, un settore in ottima salute per via dei prezzi di mais e frumento
Le carni bovine evidenziano i risultati peggiori nel comparto zootecnico, senza riuscire a recuperare rispetto alla situazione difficile del 2020. La lieve crescita delle quotazioni e la stabilità dei consumi non permettono infatti di compensare i maggiori costi per l’alimentazione animale. I cereali, al contrario, rappresentano il settore in maggiore salute per via dei record raggiunti dai prezzi di mais e frumento, che dovrebbero rimanere elevati anche nei prossimi mesi permettendo di assorbire senza problemi i rincari degli input produttivi. Il vino, poi, continua a soffrire le limitazioni del canale Ho.Re.Ca, sebbene le valutazioni siano in miglioramento rispetto a un 2020 estremamente negativo, anche grazie alla diversificazione dei canali distributivi. In questo caso, i prezzi mostrano alcuni segnali di ripresa, che però non si sono estesi a tutte le denominazioni.