Aumenta la consapevolezza del problema scarsità dell’acqua

Aumenta, soprattutto tra i giovani, la presa di coscienza sul problema della scarsità di acqua, e diminuisce la quota di quanti ritengono che la disponibilità d’acqua non sia un problema attuale. Ma soltanto 1 italiano su 2 è cosciente del maggior consumo personale rispetto agli altri Paesi europei.  In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2022 del 22 marzo, Ipsos ha realizzato un’indagine per Finish al fine di comprendere la consapevolezza degli italiani in merito al problema della scarsità di acqua, le percezioni relative al proprio consumo di acqua e i principali comportamenti sostenibili per ridurne lo spreco.

Gli italiani sono tra i più spreconi d’Europa

Tra gli altri risultati dell’indagine Ipsos emerge che rispetto all’anno scorso è aumentata tra gli italiani la consapevolezza relativa al problema della scarsità dell’acqua: il 25% tra gli adulti (+4% vs 2021) e il 31% tra i giovani (+15% vs 2021). Inoltre, diminuisce anche la quota di quanti ritengono che la disponibilità d’acqua non sia un problema attuale, passata dal 9% nel 2021 al 7% nel 2022, oppure che sia un problema solamente di specifiche aree e in specifici momenti dell’anno (68% nel 2022 vs 70% nel 2021). Al tempo stesso, nonostante i dati leggermente più incoraggianti rispetto a quanto rilevato l’anno scorso, gli italiani rimangono tra i più spreconi d’Europa.

Chiudere il rubinetto e utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico

Infatti solo 1 italiano su 2 è cosciente del maggior consumo personale rispetto agli altri Paesi europei (220 litri in Italia vs 165 litri di media europea), ma anche questo dato è in crescita, passando dal 48% del 2019 al 54% del 2022. Inoltre, il 68% ritiene che il consumo per famiglia sia inferiore ai 100 litri giornalieri (vs i 500 litri reali).
Tra i principali comportamenti virtuosi, messi in campo dagli italiani per ridurre il proprio impatto su consumo e spreco di acqua, rientrano chiudere il rubinetto quando non necessario e utilizzare la lavastoviglie solo a pieno carico (73%), preferire la doccia alla vasca (67%) e fare docce più brevi (49%).

Entro il 2040 l’Italia sarà in una situazione critica di stress idrico

Relativamente ai consumi, dai risultati dell’indagine Ipsos l’acqua si dimostra ancora la meno controllata dagli italiani, con un trend in linea con gli anni passati: il 40% degli intervistati dichiara di controllare sempre il consumo di energia elettrica, il 38% quello di gas e soltanto il 32% si preoccupa del consumo di acqua. In ogni caso, secondo la scala del World Resources Institute, entro il 2040, l’Italia sarà in una situazione critica di stress idrico, e in merito a questa previsione, il 76% dei cittadini ritiene il dato veritiero, mentre per il 17% dei giovani si tratta di dati infondati. 

4 Pagamenti digitali: raggiunti 327 miliardi

I pagamenti digitali continuano a crescere, e nel 2021 in Italia raggiungono 327 miliardi di euro, con una crescita complessiva pari al +22% rispetto al 2020. Protagonisti della dinamica del comparto si confermano i pagamenti tramite carte contactless, e quelli effettuati in negozio tramite smartphone e altri oggetti indossabili. Il secondo semestre 2021 ha però perso uno dei driver della crescita rilevata nei primi sei mesi dell’anno: l’iniziativa del Cashback, adottata da quasi 9 milioni di italiani, circa il 18% della popolazione maggiorenne. Il Cashback è infatti stato inizialmente sospeso e poi definitivamente cancellato dal governo, a favore di misure di incentivo per i commercianti. Queste alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.

Anche senza incentivi gli italiani preferiscono il contactless
Proprio in questo contesto, però, gli italiani hanno dimostrato il cambio di passo definitivo nei confronti della digitalizzazione dei pagamenti. E quelli con carte contactless (126,5 miliardi di euro nel 2021) si confermano i preferiti dagli italiani per effettuare acquisti nei negozi fisici. Una tendenza resa possibile dalla diffusione delle carte e dei POS abilitati, spinta dall’innalzamento del limite per i pagamenti senza PIN dai 25 euro ai 50 euro, e acuita nel corso del 2020 e del 2021 dai timori legati al possibile contagio dovuto al ‘contatto’. A rappresentare la maggiore crescita del comparto sono però i Mobile e i Wearable Payments in negozio (ovvero pagamenti da smartphone o da oggetti indossabili, come gli smartwatch), che superano 7 miliardi di euro, raddoppiando il loro valore rispetto al 2020 (+106%).

Al Mobile Wallet si affiancano i wearable

Il successo dei pagameneti da smartphone è da ricondursi alla combinazione di una serie di fattori percepiti nell’uso quotidiano: semplicità, velocità e utilità, che portano gli utilizzatori di questi strumenti a preferirli rispetto ad altri metodi.
Al concetto di Mobile Wallet, ovvero lo smartphone che va a sostituire il portafoglio fisico in molti dei suoi scopi, si stanno affiancando i wearable, utilizzati in maniera più specifica per il pagamento contactless, e capaci di rendere l’esperienza di pagamento in alcune situazioni ancora più veloce e semplice per il consumatore.

I trend del futuro

Tra i trend più interessanti del 2021 anno c’è il Buy Now, Pay Later, cresciuto con un ritmo senza precedenti non solo negli USA, ma anche in Europa.
“Sono però diverse le novità che stanno cambiando e arricchendo il mondo dei pagamenti – commenta Ivano Asaro, Direttore dell’Osservatorio -: nel prossimo futuro le direttrici di innovazione già presenti sul mercato, come la Strong Customer Authentication (SCA), il paradigma dell’Open API e la Request To Pay (RTP), avranno un ruolo sempre più importante”.
Senza dimenticare le innovazioni che probabilmente vivremo più profondamente tra qualche anno, basate su tecnologie rivoluzionarie quali blockchain e distributed ledger, come il Digital Euro e le altre Central Bank Digital Currency (CBDC).