Dal 2013 al 2017 il Fisco ha recuperato cento miliardi di euro dall’evasione

Negli ultimi 5 anni sono stati recuperati oltre 100 miliardi di euro dall’evasione fiscale. E se nel 2016 si è registrato un boom delle entrate, grazie a 23,1 miliardi incassati (+22,2%), un altro significativo passo in avanti è stato fatto lo scorso anno, grazie alla somma record di 25,8 miliardi (+11,7%). In particolare, il maggiore gettito dei tributi amministrativi dell’Agenzia delle Entrate ammonta a 81,3 miliardi, a cui bisogna aggiungere altri 20,5 miliardi incassati dall’Agenzia per conto di altri enti creditori, per un totale di 101,8 miliardi di euro.

Gli strumenti del recupero crediti: versamenti diretti, ruoli e voluntary discloruse

I dati relativi al periodo 2013-2017 sono diffusi dall’Agenzia delle entrate ed elaborati dall’Adnkronos. Il recupero dei tributi amministrati è avvenuto attraverso diversi strumenti, messi in campo dall’Agenzia delle Entrate, come i versamenti diretti (cioè le somme versate con modello F24 a seguito degli atti emessi dall’Agenzia,) che hanno portato nelle casse dell’erario 50,1 miliardi. Altri 24,6 miliardi sono stati riscossi attraverso i ruoli, mentre grazie alla voluntary discloruse negli ultimi 2, anni sono stati recuperati 4,5 miliardi. Infine altri 2,1 miliardi sono il risultato dell’attività di promozione della compliance.

Le somme recuperate: da 13,1 miliardi nel 2013 a 20,1 miliardi nel 2017

Passando all’esame dei singoli anni, si osserva che dal 2013, quando gli incassi complessivi sono stati pari a 16,4 miliardi, si è registrato un constante incremento delle somme recuperate. Nel 2014 il gettito è salito a 17,6 miliardi (+7,3% rispetto all’anno precedente), mentre nel 2015 si è arrivati a 18,9 miliardi (+7,4%).

In particolare le somme recuperate dall’evasione dei tributi amministrativi sono passate da 13,1 miliardi nel 2013 a 14,2 miliardi nell’anno successivo (+2,4%). Nel 2015 gli incassi hanno raggiunto quota 14,9 miliardi, registrano un incremento del 4,9%, mentre nel 2016 il gettito è arrivato a 19 miliardi (27,5%), fino ad arrivare a 20,1 miliardi dello scorso anno (+5,8%).

Nel 2017 l’incasso per conto di altri enti creditori è stato di 5,7 miliardi

Passando alla riscossione effettuata per conto degli altri enti creditori, risulta che il primo anno gli incassi ammontavano a 3,3 miliardi, che sono saliti a 3,4 miliardi l’anno successivo (+3%). Nel 2015 il gettito è stato pari a 4 miliardi (+17,6%), nel 2015 è arrivato a 4,1 miliardi nel 2016 (+2,5%) e, infine, nel 2017 l’incasso è stato di 5,7 miliardi con un incremento del 39%.

Italiani, popolo di viaggiatori per gusto

Cosa spinge gli italiani a muoversi? Nel 30% dei casi la gola. Proprio così: un nostro connazionale su tre ha infatti fatto almeno un viaggio motivato dall’enogastronomia negli ultimi tre anni. Il risultato è il frutto dell’analisi emersa dal ‘Primo Rapporto sul turismo enogastronomico italiano’, che evidenzia quanto l’abbinata cibo e vino sia determinante nelle scelte di viaggio. Sotto l’egida dell’Università degli studi di Bergamo e della World Food Travel Association, con il patrocinio di Touring Club, Ismea Qualivita, Federculture e la collaborazione di Seminario Veronelli e The Fork- TripAdvisor, Roberta Garibaldi, esperta a livello nazionale e internazionale di turismo enogastronomico, ha coordinato l’Osservatorio e ha promosso la ricerca.

Gastromania motore dei viaggi

“Questo lavoro mette a fuoco un trend in forte ascesa. Risulta sempre più evidente come la ‘gastromania’ stia condizionando la scelta dei viaggi. Troviamo un rafforzamento su ogni fronte: ora gli italiani si muovono anche per cercare esperienze legate al cibo e al vino. Un atteggiamento sempre più simile a quello di molti stranieri” afferma Garibaldi.

L’attenzione da parte della politica

Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, aggiunge: “C’è una domanda crescente di servizi per i turisti del cibo che va soddisfatta di più e meglio. È molto positiva la crescita dei viaggiatori che visitano i nostri territori alla scoperta delle ricchezze enogastronomiche. Serve ora aprirsi ancora di più, aggiungendo alla qualità e alla sostenibilità la parola multifunzionalità. La ricezione turistica, anche attraverso l’apertura delle strutture produttive ai visitatori, può diventare uno strumento essenziale per avvicinare produttori e consumatori, oltre che essere una voce di reddito aggiuntiva”.

L’importanza della formazione professionale

“Su questa strada  dobbiamo fare di più a partire dalla formazione professionale. Abbiamo bisogno di professionisti del cibo, che sappiano interagire anche con i turisti e i buyer stranieri. Il nostro impegno andrà avanti, come dimostrato di recente anche dalle nuove regole dell’enoturismo, che oggi rappresenta una delle chiavi più avanzate dell’agroalimentare italiano” specifica il ministro Martina.

Cosa amano gli enoturisti

Scendendo nei numeri del Rapporto, si evidenzia che il 63% dei turisti italiani, quando deve scegliere un viaggio, ritiene  importante anche la componente enogastronomica o la possibilità di effettuare esperienze tematiche. Le esperienze food più popolari, dopo il mangiare piatti tipici del luogo in un ristorante locale (indicata dal 73% dei turisti), sono visitare un mercato con prodotti del territorio (70%) e comprare cibo da un food truck (59%). Forte è pure l’interesse verso il beverage, non solo vino, ma anche birra locale.

Toscana, la regione più “golosa”

Sul fronte delle mete, la Regione che attrae maggiormente è la Toscana, ma piace anche il Sud con Sicilia e Puglia in testa.

 

Google, ecco le parole chiave del 2017

Cosa è successo di veramente significativo quest’anno? Tanti avvenimenti, certo. Alcuni importanti a livello internazionale, altri solo di costume, certi ancora riferiti al gossip. Per avere però il “peso” di quelli che sono stati i temi più caldi dell’anno, basta dare un’occhiata alle ricerche effettuate su Google dagli utenti del web. Le sorprese, in effetti, non mancano.

Da Rigopiano alla Corea del Nord

Tra le parole emergenti nel 2017 su Google, che ogni anno compila la lista dei termini che hanno fatto registrare il maggiore incremento nelle ricerche, appaiono nomi (e cognomi) per certi versi sorprendenti. A una prima lettura della classifica, sembrerebbe che gli argomenti più “caldi” siano proprio quelli legati ai personaggi famosi o comunque mediatici. Ad esempio, a livello italiano le parole più “googolate” sono Nadia Toffa (il volto del programma televisivo Le Iene, colpita a fine anno da un malore), l’Hotel Rigopiano, teatro di una terribile tragedia, ma anche Italia-Svezia, il Festival di Sanremo, la Corea del Nord e la canzone Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani.

Nove liste per “esaminare” un anno

Google suddivide i trend più interessanti dell’anno in nove liste: parole emergenti, personaggi, eventi, i ‘perché’, i ‘come fare’, ‘cosa significa’, le mete di vacanza, le ricette, i biglietti degli eventi più gettonati nel 2017. Nadia Toffa ha generato così tanto interesse che è prima sia nella lista delle parole sia in quella dei personaggi di Google. In quest’ultima lista compaiono anche tre lutti nel mondo dello spettacolo: Paolo Villaggio, il leader dei Linkin Park Chester Bennington e Chris Cornell, voce dei Soundgarden. Tra i personaggi più gettonati non mancano Chiara Ferragni e il portiere del Milan Donnarumma.

I trend globali di Google: scandali e nozze vip ai primi posti

La lista dei trend globali di Google vede la primo posto Matt Lauer (famosissimo giornalista televisivo americano), seguito da Megan Markle, attrice e prossima sposa del principe Harry d’Inghilterra. Al terzo posto – a livello globale – ancora la nostra Nadia Toffa, e poi la schiera di attori, registi e produttori di Hollywood travolti dal recente scandalo partito da Harvey Weinstein, al quarto posto (al quinto c’è Kevin Spacey).

Perché? Catalogna e Corea al top

Nelle liste del mega motore di ricerca, tra i perché più ricercati le voci emergenti sono ad esempio la Catalogna (perché vuole l’indipendenza) e la Corea del Nord (perché vuole attaccare gli Stati Uniti). Ma non mancano curiosità più originali, come “perché fischiano le orecchie?”. Tante ricerche anche in merito alle località di vacanza, con Sicilia, Grecia e Sardegna al top.

DL Fisco, cosa cambia: dalle sigarette elettroniche al rientro dei cervelli

Il Decreto Fiscale collegato alla Manovra di Bilancio ha avuto il via libera del Senato e ora va alla Camera. Ma quali sono le novità previste dal documento? Quali i cambiamenti che ci aspettano l’anno prossimo? Dalle sigarette elettroniche, per le quali è prevista una decisa stretta, alla rottamazione delle cartelle esattoriali passando allo stop delle bollette a 28 giorni, ecco alcuni dei principali punti introdotti dal Dl.

Sigarette elettroniche, niente vendita on line

Le sigarette elettroniche non potranno più essere vendute online. Il loro commercio sarà possibile solo nelle tabaccherie e nelle rivendite autorizzate. Questa novità ha, secondo i promotori, una duplice valenza: da un lato contrastare un mercato che anche la relazione tecnica stima per il “50% illegale”, dall’altro garantire migliori controlli sanitari sui liquidi venduti.

Agevolazioni fiscali per i “cervelli” che tornano a casa

Come riporta l’Ansa, nel 2016 risultavano rientrati in Italia 5.869 ‘cervelli’ che hanno usufruito delle agevolazioni fiscali introdotte dal 2010 in poi. Le nuove norme prorogano fino al 2.020 gli sconti introdotti nel 2010, che scadevano a fine anno e che prevedono una riduzione dell’imponibile Irpef per chi torna in Italia dopo un periodo all’estero.

Rottamazione bis

L’80,84% dei contribuenti che ha aderito alla prima rottamazione delle cartelle sta pagando l’importo dovuto, che si attesta in media a 10.326 euro. Sono i dati indicati nella relazione tecnica che accompagna il maxiemendamento al decreto fiscale collegato alla manovra, sul quale il governo ha posto la fiducia.

Addio a bollette a 28 giorni

La fatturazione diventa obbligatoriamente mensile per telefoni e pay-tv, con l’esclusione di promozioni non rinnovabili o inferiori al mese. Gli operatori avranno 4 mesi per adeguarsi.

Equo compenso

Non solo per gli avvocati, l’equo compenso viene esteso a tutti i professionisti anche se non iscritti a un ordine. Ovvero, dovrà essere previsto un riconoscimento economico “proporzionato” al lavoro svolto.

I ragazzi potranno tornare da scuola da soli

Dopo le polemiche, arriva la soluzione: gli studenti di età inferiore ai 14 anni (quelli delle scuole medie, per intenderci) potranno tornare a casa da scuola da soli. A condizione che ci sia un’autorizzazione da parte dei genitori o tutori che libera gli istituti scolastici dalla responsabilità “connessa all’obbligo di vigilanza”.

Spesometro, si cambia

I contribuenti potranno trasmettere i dati annualmente o semestralmente, semplificando la procedura. Per gli errori commessi nell’invio dei dati delle fatture del primo semestre 2016, sono abolite le sanzioni, purché tali errori siano sanati con un nuovo invio entro febbraio 2018.

Spesa, i sacchetti di frutta e verdura saranno a pagamento?

Da tempo le buste di plastica al supermercato, necessarie per portare a casa i propri acquisti, sono a pagamento. Ma ora arriva una novità: saranno da “comprare” anche i sacchettini di plastica leggeri dove normalmente si mettono frutta e verdura per pesarli. Questa brutta sorpresa per chi fa le proprie compere nei market o nei negozi sarà attiva dal 1 gennaio 2018. Una volta arrivati alla cassa, sullo scontrino, oltre all’importo dei prodotti acquistati, i clienti si troveranno conteggiati anche i costi delle buste leggere, con e senza manici, quelle per intenderci usate per imbustare frutta e verdura sfusa ma anche per carne, pesce, gastronomia e prodotti di panetteria.

Biodegradabile, compostabile e a… pagamento

Al momento non si conosce ancora il prezzo esatto del singolo sacchetto di plastica leggera, che comunque dovrà essere biodegradabile e compostabile. Stando alle prime indiscrezioni, pare che l’importo sarà compreso fra i 2 e i 10 centesimi ciascuno (come gli shopper alle casse). Considerato che questi prodotti – frutta, verdura, carne e pesce – devono necessariamente essere imbustati in singoli sacchetti, risulta evidente che il costo totale una volta arrivati alle casse potrebbe essere anche rilevante. Ogni singolo sacchetto verrà infatti conteggiato e aggiunto all’importo di ogni alimento acquistato.

Il testo della nuova norma

Le nuove norme sugli shopper, contenute nella legge di conversione del decreto legge Mezzogiorno che ha avuto il via libera lo scorso agosto, prevedono che anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri, ovvero con spessore della singola parete inferiore a 15 micron, siano biodegradabili e compostabili, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%, e che siano distribuiti esclusivamente a pagamento. Come riporta l’agenzia Adnkronos, “si punta così a reprimere pratiche illegali tanto dannose per l’ambiente come quella dell’uso, per eludere la legge sugli shopper, di diciture quali ‘sacchetti a uso interno'”.

Multe severe per chi sgarra

Chi non rispetterà le nuove regole rischia multe decisamente salate. Chi volesse utilizzare sacchetti non rispondenti alla normativa, potrebbe incappare in una sanzione che va da 2.500 euro fino a 100.000 euro se la violazione del divieto riguarda ingenti quantitativi di borse di plastica oppure se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10% del fatturato del trasgressore.

Sorpresa: oltre il 50% degli italiani è favorevole

Il 58 dei nostri connazionali, quasi 6 persone du 10, è favorevole a questo cambiamento che va nella direzione della tutela dell’ambiente. Ancora, il 59% degli italiani ritiene che il costo di 2 cent per sacchetto biodegradabile e compostabile sia corretto e accettabile.

Capsule compatibili Nespresso | La pausa caffè perfetta

Il caffè è un piacere quotidiano al quale gli italiani non rinunciano nemmeno quando si trovano fuori casa, per motivi di studio o lavoro. È una coccola alla quale siamo ben abituati e che decidiamo di concederci anche più volte al giorno, per evadere (anche solo per un attimo) dagli impegni quotidiani e recuperare le energie mentali necessarie per poter continuare a lavorare o studiare con profitto. Tanti ad esempio, sono gli uffici piccoli e grandi che usufruiscono di una moderna macchinetta per il caffè, così da concedere una piacevole pausa dal lavoro ai dipendenti nel corso della giornata.

Solitamente ciascuno ha dei gusti e preferenze ben precise in fatto di caffè, e mettere tutti d’accordo in quei pochi minuti di pausa dal lavoro non è semplice. È proprio in casi come questo che le capsule compatibili Nespresso assumono un valore ancora maggiore: in pochissimi secondi e con un rapido gesto della mano infatti, ciascuno potrà avere esattamente il caffè che desidera e vivere a pieno quei minuti di pausa dalle attività lavorative, ritrovando le energie necessarie per ricominciare a svolgere le proprie mansioni quotidiane.

Individuare le capsule preferite non è difficile se si considera l’ampia scelta a disposizione: chi ama concedersi un caffè classico e corposo opta solitamente per la varietà Cremoso, la qualità Intenso o quella Arabica, per citare alcuni esempi. Chi invece preferisce gustare un caffè sempre particolare può optare per le varietà Morbido o Vellutato,scegliendo tra numerosi marchi di compatibili quali Caffè BorboneLollo Caffè o il nuovo brand Cialdamia, da poco disponibile. Sono soltanto alcune delle miscele tra le quali gli amanti della tanto desiderata tazzina possono scegliere, e godere così di una pausa caffè che sia veramente ristoratrice. Non ti resta che scoprire quali meravigliose e ricercate miscele Nespresso ha messo a tua disposizione grazie alle comodissime ed economiche capsule compatibili, e provarle tutte per ritrovare energie e concentrazione sul lavoro.

Malati di smartphone, i segnali per riconoscere la dipendenza

Lo smartphone sta diventando una vera e propria dipendenza, un problema trasversale che tocca non solo le più diverse fasce d’età, ma anche quasi tutti i paesi del mondo. Insomma, chi vive nel 2017 si “ammala” di smartphone. E non è uno scherzo, stando ai numeri davvero impressionanti: quasi la metà degli utenti usa il suo telefonino in media 5 ore al giorno, che salgono a 7 per circa un utente su quattro (il 26%). Solo il 4% passa un’ora sui dispositivi.

I paesi in via di sviluppo i più colpiti “dall’epidemia”

Stando alle recenti analisi condotte da Counterpoint Reserach, che ha effettuato un ampio studio internazionale un campione di 3.500 utenti tra i 15 e i 45 anni, le popolazioni più “affezionate” allo smartphone sarebbero quelle dei paesi emergenti. La motivazione è presto spiegata: hanno meno mezzi tecnologici e usano il dispositivo mobile anche al posto dei computer.

Navigare e giocare, le occupazioni preferite

Navigare su Internet e giocare risulterebbero, sempre in base allo studio, le attività preferite da chi possiede uno smartphone. Le percentuali di utilizzo per queste motivazioni risultano infatti del 64% e del 62% rispettivamente. Tra le ragioni che ci spingono a consultare continuamente il nostro dispositivo mobile ci sarebbero poi il controllo della posta elettronica (56%) e la gestione dei diversi sistemi di messaggistica (54%).

Smartphone, destinati a una vita breve

Tutto questo consumo di smartphone non coincide però con una lunga durata dei dispositivi. Anzi: lo studio rivela che il ciclo di vita medio dei dispositivi mobili si è ridotto a soli 21 mesi di vita.  Cresce invece, e si tratta di cifre astronomiche, la spesa annua per l’acquisto di nuovi telefonini smart: si sono infatti superati i 370 miliardi di dollari. La maggior parte dei patiti di smartphone mette in conto una spesa media di 400 dollari per sostituire il proprio dispositivo.

Dipendenza? Ecco i sintomi

Ci sono una serie di segnali da tenere d’occhio, avvisa sempre lo studio di Counterpoint Research. Ad esempio, sono sintomo di una possibile dipendenza controllare ogni istante le notifiche, oppure la posta elettronica o ancora essere sempre presenti sui social network. Altrettanto pericoloso può essere il camminare (per non parlare del guidare!) a testa bassa, con gli occhi fissi sullo schermo. L’insidia è ancora maggiore per gli adolescenti, spiegano gli esperti: alcuni problemi di insicurezza e depressione, specie per gli i ragazzi, potrebbero essere causati proprio dalla dipendenza da smartphone.