Videogiochi, segnali di crescita per il Made in Italy 

Le ultime notizie relative al mercato dei dei videogiochi in Italia sono decisamente incoraggianti. Secondo l’associazione IIDEA, nel 2022 i consumi sono stabili, ma la produzione nazionale – e qui arrivano le buone notizie – sta crescendo a vista d’occhio. Nonostante una leggera contrazione del mercato dei videogiochi pari all’1,2%, il segmento software rappresenta ancora l’81,5% del totale, mentre le vendite di software fisico stanno tornando prepotentemente nei negozi. Tuttavia il segmento hardware sta subendo un -7,7% rispetto all’anno precedente a causa delle difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime. 

Il numero dei giocatori italiani è in aumento

Un ulteriore dato positivo per il comparto è che il numero di videogiocatori in Italia sta aumentando. Oggi si attesta sui 14,2 milioni, con un’età media di 29,8 anni. Di questo universo, poco meno della metà (per la precisione il 42%) è composto da donne! E’ interessante scoprire anche quali siano le piattaforme preferite dai gamer tricolori: i dispositivi mobili, seguiti da console e PC. 

Le startup diventano PMI

Ma la vera sorpresa arriva dalla produzione nazionale di videogiochi, che sta crescendo e consolidandosi sempre più da micro realtà a piccola e media impresa. Aumentano, in particolare, le imprese con un numero di addetti tra i 10 e i 20, che passano dal 15% del 2021 al 20% attuale. Il fatturato generato dalle imprese di produzione si aggira nel 2022 tra i 130 e i 150 milioni di euro, segnando un +30% rispetto all’anno precedente e mostrando un forte potenziale di crescita. Il mercato principale di destinazione rimane quello europeo, che esce però ridimensionato (dal 60% nel 2021 al 43%) a beneficio di quello nordamericano, la cui incidenza sul totale passa dal 25% del 2021 al 40% del 2022. Limitato il peso dell’Italia, per quanto in leggero aumento (7%). Per quanto riguarda gli addetti alla produzione, i professionisti aumentano del 50%, passando dai 1.600 del 2021 ai 2.400 del 2022. L’83% ha meno di 36 anni, mentre uno su quattro è donna. Il 77% del fatturato deriva dal mercato B2C (+9%), mentre per il 75% dei developer italiani il PC resta la piattaforma preferita di sviluppo: seguono mobile (50%) e console (40%). 

Capitali sempre più “misti”

La maggioranza degli operatori continua ancora a fare affidamento sul capitale proprio per finanziare l’attività di proprietà (86%), tuttavia aumentano il finanziamento delle istituzioni pubbliche (29% vs 24% 2021) e quello delle imprese private (19% vs 9%). In particolare, inizia a intravedersi l’impatto del sostegno pubblico al settore, come effetto diretto dell’attuazione del tax credit e dell’avvio di programmi di accelerazione verticali, oltre che delle acquisizioni internazionali che hanno recentemente interessato alcuni studi italiani.