Quattro errori che possono compromettere un colloquio di lavoro

Pressochè a ognuno di noi è capitato di dover sostenere un colloquio di lavoro, magari per l’impiego che abbiamo sempre sognato. Insomma, inutile negare che sia uno snodo fondamentale all’interno di ogni percorso professionale, Per questa ragione, è fondamentale non inciampare in passi falsi: e, secondo i cacciatori di teste, esistono quattro errori che possono compromettere irrimediabilmente il risultato del colloquio, condannando il candidato al fallimento anche se sul curriculum ha tutte le competenze ricercate.

Essere puntuali e vestirsi in modo consono

Anche se potrebbe sembrare una banalità, presentati in orario è la prima mossa per fare una buona impressione ai selezionatori. “Presentarsi in ritardo, per il semplice fatto che una delle prime ed essenziali doti che si cercano in un lavoratore è proprio la puntualità” spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di head hunting specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera. “Prima di recarsi a un colloquio di lavoro è quindi bene studiare il percorso che si dovrà fare – in auto, in bus o a piedi – tenendo conto del traffico e di vari altri eventuali ostacoli, come per esempio il bus in ritardo: è decisamente meglio arrivare nei pressi del luogo prestabilito con dieci minuti d’anticipo e farsi una breve passeggiata per ingannare il tempo e distendere i nervi, piuttosto che arrivare all’appuntamento con 10 minuti di ritardo” Anche l’abbigliamento è un biglietto da visita importante. “L’abito non fa il monaco» sottolinea l’head hunter «ma di certo, in un colloquio di 20 o di 30 minuti, anche questi dettagli sono fondamentali per definire la persona che ci si trova davanti. Meglio quindi vestirsi in modo idoneo, individuando quello che è il dress code dell’azienda che assume, per non rischiare né di essere troppo trasandati, né di eccedere in eleganza”.

Prepararsi prima e non “sparlare”

Altri due errori potenzialmente fatali sono l’impreparazione e la maldicenza. “Il terzo grande errore che fanno in molti è quello di arrivare al colloquio impreparati: si tratta di un approccio comune quanto ingenuo. Basterebbe infatti poco tempo per raccogliere qualche informazione in più sull’azienda, per imparare la sua storia e la sua filosofia: in questo modo sarà possibile affrontare il colloquio in modo migliore, e si dimostrerà di essere realmente interessati alla posizione” precisa l’esperta. Mentre l’ultimo errore grave è “parlare male degli ex colleghi di lavoro: nessuno infatti vuole assumere una persona pronta a parlare male, alla prima occasione, dell’ex capo e degli ex colleghi”.