Open Banking: i consumatori digitali italiani crescono del 20% 

Nel primo semestre 2022 rispetto al 2021in Italia si registra un incremento di oltre il 20% dell’utilizzo dei servizi di Open Banking, sia per quanto riguarda il consenso all’accesso ai conti sia per il processo di Access2Account. Secondo il Market Outlook sul fenomeno dell’Open Banking realizzato da CRIF, l’Italia, pur presentando un mercato meno sviluppato, e di dimensioni più modeste rispetto ad altri Paesi europei, segnala un’evoluzione culturale che vede il consumatore digitale acquisire più fiducia e dimestichezza con i processi della PSD2. I principali ostacoli da sormontare rimangono soprattutto di natura culturale, tecnologica e commerciale. Di recente, però, le banche hanno intrapreso iniziative per sfruttare a pieno le potenzialità di questo mercato.

Il profilo dei fruitori

L’utilizzo dell’Open Banking è più diffuso tra gli uomini (76%), rispetto alle donne (24%), mentre in termini di provenienza geografica circa il 13% degli utenti corrisponde a un profilo New to Country, utenti che non sono nati in Italia ma che vi hanno stabilito la propria residenza. Inoltre, più del 30% dei fruitori appartiene alla categoria New to Credit, ossia privi di una storia creditizia.
“Tale dato dimostra come questa tecnologia possa aumentare l’inclusione finanziaria, raccogliendo dati anche su profili che non possono affidarsi a un tracking creditizio pregresso”, spiega Elena Mazzotti, Head of Innovation & Strategy di CRIF.
Inoltre, circa il 70% di chi ha condiviso i propri dati di conto risulta percepire un reddito regolare e continuativo con un importo medio di circa 1.300 euro.

Transazioni per Food and Daily Spending le più frequenti

In merito alle uscite, mediamente il 28% del reddito è utilizzato per affitti, il 23% per rimborsi finanziari (mutui o prestiti), l’11% per spese assicurative.
Le transazioni effettuate in Food and Daily Spending sono poi le più frequenti per tutte le fasce d’età, mentre quelle relative a Hobby e tempo libero sono più comuni tra i giovani, e quelle categorizzate come Prestiti, tendenzialmente più presenti sui conti di soggetti più anziani. Queste osservazioni dimostrano come l’Open Banking possa rivoluzionare anche il calcolo della sostenibilità del debito, automatizzando il processo, neutralizzando eventuali tentativi di contraffazione di documenti reddituali e includendo evidenze su rendite non facilmente documentabili.

L’incremento del lending rate

Quanto al fabbisogno di credito, CRIF ha realizzato un’analisi basata su kpi e analytics proprietari, attraverso la quale è possibile individuare cluster di clientela che nel breve saranno più inclini a ricorrere a forme creditizie. Si nota un incremento nel lending rate (propensione all’acquisto di un prodotto di credito nei successivi 6 mesi) per diversi segmenti, tra cui è possibile rintracciare clienti con alte spese per attività sportive o wellness, clienti pluri-assicurati, clienti con alte spese per vestiario, clientela con profilo digital e altre categorie, che registrano comunque un incremento del lending rate superiore al 10%.