Casa: lo stop al Superbonus non frena la sfida green

Sebbene in Italia circa una casa su 10, solo il 12%, possa essere considerata veramente efficiente, e complessivamente, solo un terzo delle famiglie, il 34%, abbia fatto almeno qualcosa in direzione della transizione energetica, la buona notizia è che il trend rilevato a metà 2023 è stato comunque in crescita rispetto al periodo analogo del 2022.

Infatti, appena un anno fa, le case veramente efficienti erano il 10%, e quelle almeno parzialmente efficienti, erano il 28%. 
Questo, considerando che lo stop al Superbonus è avvenuto a febbraio. Quindi, la sospensione delle agevolazioni non aveva ancora completamente impattato ‘sulla’ sostenibilità delle abitazioni.
A rilevarlo è la settima edizione dell’Osservatorio Smart Home-Green Home di Eumetra, condotto su 2.000 famiglie italiane. 

Un trend destinato a spegnersi?

Sicuramente lo stop al Superbonus sta avendo e avrà un impatto sul processo verso l’efficientamento energetico, tuttavia, la transizione green continuerà.
Più in particolare, una conseguenza maggiore sull’avvio di opere impegnative, come l’isolamento termico perimetrale (il cosiddetto ‘cappotto’), che richiedono investimenti iniziali consistenti, burocrazia complessa, nonché il disagio derivante dal cantiere, la avrà lo stop alla cessione del credito.

Il 27% di chi non è propenso a investire in queste opere dichiara infatti che lo stop della cessione del credito sta impattando sulla loro decisione. Rapportati alla popolazione, i non propensi a investire in questo tipo di opere, rappresentano comunque il 14% delle famiglie.

Impianto fotovoltaico: sì o no?

Ma su altre opere o dotazioni, forse, l’impatto potrebbe essere minore. Ad esempio, se il costo della componente energia continuerà ad aumentare la propensione a dotarsi di impianto fotovoltaico, che sarebbe ammortizzato in tempi più brevi, potrebbe rimanere allettante.

Dichiarano che lo stop alla cessione del credito influirà sulla loro decisione di investire in tal senso il 22% dei non propensi all’acquisto futuro. Che al netto dei già possessori, dei propensi almeno genericamente e degli incerti, rappresentano il 5% della popolazione.
Altri fattori, come cambiamento climatico e temperature alte per lunghi periodi, inducono le famiglie a dotarsi di apparecchiature come un climatizzatore. Primo acquisto o sostituzione, si tratta comunque di tecnologie nuove, che consumano meno energia e garantiscono maggior benessere.

Un percorso culturale ormai avviato

In questo caso, lo stop alla cessione del credito fermerebbe il 15% dei non propensi all’acquisto futuro. Al netto degli acquirenti recenti, dei propensi e degli incerti, rappresentano il 6,5% della popolazione.

In ogni caso, un altro driver potente è il fattore ‘moda’, che induce a dotarsi di elettrodomestici innovativi, come ad esempio il piano da induzione per la cottura dei cibi, in sostituzione del classico fornello a gas.
Restano infatti a disposizione altri incentivi fiscali, come le detrazioni fiscali, ma soprattutto sembra ormai avviato un percorso ‘culturale’ verso l’efficientamento energetico unito alla ricerca di maggiore comfort.