Benessere organizzativo in primo piano, anche con robot e AI

Le risorse umane sono protagoniste della trasformazione tecnologica e digitale in atto, con l’ingresso di robot e AI all’interno delle organizzazioni. E dal loro benessere organizzativo dipende molto del futuro economico e sociale del Paese. È quanto viene indagato dal Secondo Rapporto Aidp-LabLaw 2019 redatto da Doxa. L’Aidp, l’associazione italiana per la direzione del personale, ha analizzato i nuovi sistemi che si definiscono all’interno delle organizzazioni del lavoro, con la contaminazione, appunto, dei robot e delle forme di intelligenza artificiale.

Per gli italiani robot e AI contribuiscono a migliorare la qualità della vita

Dal Rapporto Aidp-LabLaw 2019 risulta che gli italiani si dichiarano molto interessati alle nuove tecnologie (89%), anche se dichiarano una conoscenza un po’ meno estesa (65%). Il 43% degli intervistati ha utilizzato sistemi di robot e intelligenza artificiale al lavoro e a casa, e il 47% ha fruito o effettuato acquisti tramite piattaforme e soluzioni basate su AI. Per il 94% del campione, poi, robot e AI hanno portato a scoperte e risultati un tempo impensabili, per l’89% si tratta di supporti necessari per svolgere le attività troppo faticose e pericolose per l’uomo e non potranno mai sostituire completamente l’intervento umano. E contribuiscono a migliorare la qualità della vita (87%).

Il sistema normativo non è adeguato al lavoro 4.0

Il 70% degli italiani è convinto però che l’intelligenza artificiale applicata alle organizzazioni produttive porterà alla perdita di migliaia di posti di lavoro.

“Il sistema normativo non è adeguato al lavoro, così come si è sviluppato con le nuove tecnologie, tra i doveri dell’imprenditore e i diritti del lavoratore – afferma l’avvocato Francesco Rotondi (fondatore di LabLaw) -. È cambiato il paradigma. Il legislatore non affronta il nuovo contesto. È pigro o troppo coinvolto nella palude delle contrapposizioni politiche”.

Ribadire la centralità di etica e competenza per riaffermare il ruolo delle risorse umane

A fronte dell’arrembante novità di robot e intelligenza artificiale, “va riaffermata una visione del progresso fondata sulla centralità della persona umana e la correttezza nella sua valorizzazione – commenta la presidente di Aidp, Isabella Covilli Faggioli -. Per stare nel nuovo mercato del lavoro 4.0 occorre sviluppare competenze adeguate senza le quali il rischio di finire ai margini è concreto”.

Occorrono perciò sia competenze umane sia tecniche, perché per la direzione del personale i dipendenti devono essere nomi, non numeri, riporta Italpress.

In questa fase di transizione nelle organizzazioni del lavoro va quindi ribadita la centralità dell’etica e della competenza per riaffermare il ruolo delle risorse umane.